Questa la Vera Croce a cui fu appeso il Cristo

La croce di Cristo (quella detta “croce latina”) è il simbolo della Passione, morte e risurrezione di Gesù.

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La croce ci ricorda che, se viviamo ad imitazione di Cristo, saremo sempre nel giusto, agli occhi del Signore, e questo comporta la pazienza di accettare la sofferenza, con la speranza che verrà trasformata in grazia.

Attualmente, si ritiene che la Vera Croce (così è detta quella a cui Gesù fu appeso durante la crocifissione) sia stata frammentata e sia giunta in molti luoghi del mondo.
Non è facile, pertanto, ricostruire il suo itinerario, da quella prima Pasqua.
I suoi frammenti, sparsi in lungo e in largo per il pianeta, hanno, però, fatto conoscere il significato profondo del sacrificio che si è compiuto quel giorno, quando Gesù disse: “Tutto è compiuto” e, chinato il capo, spirò.

La Vera Croce: i dati storici

A Gerusalemme, nel 327, la madre dell’Imperatore Romano Costantino I, Flavia Giulia Elena, venne in possesso della Vera Croce. Ecco come: “Quando l’Imperatrice scorse il luogo in cui il Salvatore aveva sofferto, immediatamente ordinò che il tempio idolatra che lì era stato eretto fosse distrutto, e che fosse rimossa proprio quella terra sulla quale esso si ergeva. Quando la tomba, che era stata così a lungo celata, fu scoperta, furono viste tre croci accanto al sepolcro del Signore.

Tutti ritennero certo che una di queste croci fosse quella di nostro Signore Gesù Cristo, e che le altre due fossero dei ladroni che erano stati crocifissi con lui. Eppure, non erano in grado di stabilire a quale delle tre il Corpo del Signore era stato portato vicino, e quale aveva ricevuto il fiotto del suo Prezioso Sangue.

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Come venne riconosciuta la Vera Croce

Ma il saggio e santo Macario, governatore della città, risolse questa questione nella seguente maniera. Fece sì che una signora di rango, che da lungo tempo soffriva per una malattia, fosse toccata da ognuna delle croci, con una sincera preghiera, e così riconobbe la virtù che risiedeva in quella del Signore. Poiché, nel momento in cui questa croce fu portata accanto alla signora, essa scacciò la terribile malattia e la guarì completamente”.

Questa la cronaca del fatti, da parte del Vescovo Teodoreto di Cirro (393-458), riferita al pensiero secondo cui, dopo la morte di Gesù, gli altri ebrei avessero voluto nascondere agli Apostoli le reliquie della crocifissione. Così, sul luogo del Golgota, la croce era stata sotterrata.

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Elena, convinta di averla ritrovata, fece costruire li la Chiesa della Resurrezione.
Pare che, insieme alla croce, lei avesse rinvenuto anche i chiodi, che portò con se a Costantinopoli.

La Vera Croce è passata di mano in mano

Nel 614, poi, il Re di Persia Cosroe II conquistò Gerusalemme e venne in possesso della Vera Croce.
Nel 628, invece, l’Imperatore d’Oriente Eraclio sconfisse Cosroe II e riportò la reliquia a Gerusalemme. Pare che Eraclio, però, avesse riportato solo una parte della croce, tenendo il resto a Costantinopoli.

Nel 1009, a Gerusalemme, i cristiani riuscirono a mettere al sicuro la Vera Croce, fino al tempo della prima crociata.
Fu allora che, nel 1099, Arnolfo Malecorne, Patriarca di Gerusalemme, la espose al pubblico, nella Basilica del Santo Sepolcro. Si trattava, in effetti, di un frammento della Vera Croce, incastonata in una croce d’oro, portata e brandita anche nelle battaglie contro i musulmani.

Ecco perché, quando nel 1187, Saladino, Sultano dell’Egitto, della Siria, dello Yemen e dell’Hijaz, sconfisse i cristiani, della Vera Croce non si seppe più nulla.
Oggi, sono tantissime le località che vantano un frammento di quella croce. Molte di queste reliquie sembrano essere appartenute allo stesso legno.

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Dove si trova la Vera Croce di Cristo, oggi?

Ecco alcune delle località in cui è possibile approfondire la devozione alla sacra reliquia: Alberobello, nella Basilica Minore; Monastero di Santo Toribio de Liébana, in Spagna; Abbazia di San Silvestro I Papa, a Nonantola, in provincia di Modena; Roma, nella Chiesa Santa Croce in Gerusalemme; Notre-Dame de Paris; Duomo di Pisa; Santa Maria del Fiore a Firenze; parrocchia di Civitella Casanova, in provincia di Pescara; Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, nella Chiesa di San Vito e nella Chiesa Commendale del S.M.O.M. di San Giovanni Battista; Gerace, in provincia di Reggio Calabria; Mola di Bari, nella Chiesa di San Nicola; Rutigliano, in provincia di Bari, nella Chiesa Collegiata Santa Maria della Colonna e San Nicola; Petroro, in provincia di Perugia, nel Castello, oggi Abbazia Ortodossa di San Martino. E sicuramente non abbiamo citato tutti i luoghi.

La Vera Croce: il reperto più importante

Pare che il frammento più importante della Vera Croce si trovi attualmente in Grecia, nel Monastero del Monte Athos.
Secondo gli studiosi, i frammenti della Vera Croce di cui siamo a conoscenza (quelli che appartengono allo stesso legno) sono solo un decimo della croce intera. Molti reperti sono ancora sotto analisi. Sia i cattolici, che gli ortodossi e i protestanti anglicani, celebrano la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 Settembre, giorno in cui ricorre l’anniversario della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro.

Antonella Sanicanti

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