Credere in Cristo significa fare un salto nel buio?

Molti sono coloro che parlano di Dio come Tommaso: “Se non vedo, non credo”. Ma abbiamo bisogno di prove per credere?

giovane che guarda in cielo
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La fede è vista come una specie di “salto nel buio”, o peggio ancora di un vicolo cieco, nel quale entri e non sai dove andrai a finire. Essa non è questo. È abbandono completo a Dio, certi che, dall’altro lato, non ci sarà mai nessuno che ci deluderà in alcun modo.

Credere solo se si hanno prove in merito?

Dare a Dio una fiducia cieca non è possibile”: questa è una delle frasi che sentiamo dire, specie in questi ultimi tempi, da coloro che vogliono riuscire a dare una spiegazione ad ogni cosa, Dio compreso. In un mondo in cui la scienza progredisce, non si può pretendere di dare spiegazione anche alla fede, attraverso un calcolo, un teorema, o un’evidenza provata.

La fede è tutt’altro, e non di certo una “fiducia alla cieca”. Credere in Dio non è un darsi senza garanzie. C’è addirittura chi dice che “solo una fede senza prova è fede vera”. Se ci pensiamo, se cerchiamo di ragionarci, di spiegarci il perché di certe cose, alla fine non facciamo altro che indebolire la nostra fede che, se già debole di suo, tende così a scomparire.

Cristo non è un salto nel vuoto

Il Magistero della Chiesa ha esplicitamente condannato l’affermazione “che la fede sia solo un cieco moto dell’animo”. Così facendo, il credere in Cristo, come molti dicono, è un “salto nel vuoto”, senza certezze alcune, ma visto solo “in momenti di esigenza, o quando mi fa comodo perché ne ho bisogno”, si ridurrebbe la fede a superstizione (non ho nessun motivo per verificare, ma io ci credo) e si ridurrebbe lo stesso Gesù a una pura invenzione umana (lui è solo una risposta ai miei bisogni).

Camminare con Gesù

Gesù è davvero esistito e credere in lui è come l’aria: non si può vivere senza ossigeno, e lui è la nostra aria.

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Traducendo dall’ebraico il verbo “credere”, esso significa: “trovare in Dio la roccia su cui appoggiarsi per stare in piedi nella vita”. Credere, quindi, è un perno principale della nostra vita. Gesù, quando i suoi discepoli gli chiesero: “Maestro, dove abiti?”, lui semplicemente rispose “Venite e vedrete”. A quel punto i discepoli, senza pensarci su due volte, andarono con lui.

Con quelle parole, Gesù chiede di andare a vivere la vita con Lui e, come Lui, chiede di provare a vedere il mondo tramite la sua Parola e il suo Insegnamento. Detto questo, possiamo affermare che credere è il nostro vivere con Gesù, camminando accanto a lui, senza mai lasciargli la mano, certi che mai ne resteremo delusi.

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ROSALIA GIGLIANO

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