L’appello viene da una delle più importanti strade di Napoli, San Gregorio Armeno. L’arte del presepe sta morendo a causa della pandemia.
Il Coronavirus, e le relative restrizioni, stanno uccidendo la più importante “via dei Presepi” a Napoli. Il grido d’aiuto di San Gregorio Armeno.
Napoli e la Campania sono, ancora, in zona rossa. La pandemia non allenta la sua morsa sulla città e sulla Regione, e le misure restrittive non tendono ad allentarsi. Chiusure obbligate, chiusure anticipate e un Natale che si prospetta all’insegna della prudenza e di uno shopping a singhiozzo.
A Napoli c’è, però, un luogo, una via, che vive solo ed esclusivamente nel periodo di Natale. Un’intera strada che fonda la sua economia proprio sul Natale e sul presepe: San Gregorio Armeno. Una via fatta di tante piccole botteghe artigiane, mantenute tutte da maestri presepai.
Una via che, però, sta morendo piano piano: “Non ci sono turisti, non c’è via vai nemmeno degli stessi napoletani. E noi le nostre statuine a chi le vendiamo?” – è il grido d’allarme lanciato.
Saracinesche abbassate e botteghe deserte e strade altrettanto vuote. Su ogni bottega campeggia uno striscione con la scritta: “Io non apro. Senza aiuti le botteghe muoiono”.
A parlare a none di tutti è Marco Ferrigno, uno dei principali maestri presepai di San Gregorio Armeno: “Siamo pronti ad andare avanti almeno fino a quando il governatore Vincenzo De Luca non ci ascolterà. San Gregorio Armeno è tutelata dall’Unesco. Ci diano almeno i fondi per salvare la stagione”.
Ciò che però è un vero colpo al cuore è l’ultima beffa verso i commercianti di San Gregorio Armeno: “Noi siamo chiusi per colpa della pandemia e delle restrizioni. Però il paradosso è che ci stanno arrivando offerte, per l’acquisto dei locali dei nostri negozi in difficoltà, da parte dei cinesi. Noi chiudiamo e loro aprono. E’ assurdo”.
Una questione che non può e non deve essere ignorata. Una strada, proclamata Patrimonio dell’Unesco dall’Italia ma abbandonata a se stessa dal Governo Italiano e chiusa dai suoi DPCM, mentre il commercio internazionale dei cinesi avanza.
ROSALIA GIGLIANO
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