Covid, shopping di Natale: tra incentivi e chiusure, regna il caos

Come successo ormai in altre situazioni, il Governo da una parte invita a fare shopping e dall’altro critica il “popolino” che non rispetta le regole. Così non va.

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Un atteggiamento, purtroppo, contradditorio e inaccettabile. Da giorni infatti, ormai a reti unificate, esponenti delle istituzioni fanno a gara a chi rimprovera più forte i cittadini che si sono “assembrati” davanti alle vetrine dei negozi alla vigilia delle feste.

Il sospiro di sollievo dopo un anno da incubo non piace al governo

Prima che i cittadini trovassero un sospiro di sollievo e di spensieratezza di fronte alle vetrine dei negozi di città, infatti, sono state le stesse istituzioni ad invitare a fare acquisti di persona nei negozi. Implementando ad esempio misure come il cosiddetto “Bonus Extra Cashback di Natale”, per il quale a partire dall’8 dicembre chi paga con carte di credito avrà diritto al rimborso del 10 per cento fino a 150 euro.

Quello appena trascorso è stato un anno da incubo, reclusi in casa tra decessi, bollettini sanitari, licenziamenti, crisi economiche e lockdown. Non c’è quindi proprio nulla di riprovevole nel voler fare due passi per il corso cittadino, a respirare aria di serenità natalizia.

Le persone che passeggiavano nei negozi sono le vittime della crisi

Sono infatti proprio le persone che hanno passeggiato in questo fine settimana davanti ai negozi ad essere le prime vittime del calo drammatico dei consumi che si è verificato nell’ultimo anno, e sarà lo stesso anche a Natale. Ogni arretramento degli scambi commerciali, infatti, porta a catena maggiore disoccupazione e povertà. Mentre le file alla mensa dei poveri si allungano, accusate anch’esse di incrementare il contagio.

La verità è che quelle persone che si sono recate davanti alle vetrine dei negozi meritano rispetto da parte delle istituzioni, perché sono le prime vere vittime del disastro economico e sociale generato dalle restrizioni sanitarie. Che, per inciso, non si conosce ancora realmente quanto abbiano influito positivamente dal punto di vista sanitario.

L’attenzione che manca verso le esigenze della popolazione

L’attenzione verso le esigenze della popolazione, di fronte a tanta difficoltà, incertezza e all’estremità delle misure prese, dovrebbe essere al centro di chi governa. Che non sono chiamati a dileggiare i cittadini che rappresentano, ma al contrario a supportarli.  I cittadini che fanno acquisti nei negozi sono gli stessi che fanno figli, che lavorano, che portano avanti il Paese dandogli la prospettiva di un futuro possibile.

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Non lo fa invece la politica, e ancora meno comportandosi in questo modo. “C’è pertanto qualcosa di spocchiosamente insopportabile in queste reprimende da divano, nelle quali non è difficile cogliere il sussiego soddisfatto di chi riesce a sottrarsi al fascino delle vetrine ed al piacere dell’acquisto in quanto non lo vede interessante, né divertente”, scrive Il Sussidiario.

Il politicamente corretto e la retorica contro lo shopping natalizio

Purtroppo, anche se lo shopping natalizio ormai da anni viene additato da tutti i benpensanti come il male assoluto, è proprio lo stesso shopping che permette a tanti negozi, famiglie e lavoratori di portare avanti la bottega. E al Paese di continuare a produrre, a mettere al mondo figli, a svegliarsi con un obiettivo ogni mattina.

Il politicamente corretto, però, oggi si nutre di tutt’altra insopportabile retorica. E allora fare acquisti in un negozio, con la propria famiglia o il proprio partner, per di più in tempo di pandemia, diventa un peccato quasi inestirpabile. E guai a chi prova a sostenere il contrario.

Covid e shopping: il popolo non va demonizzato ma compreso

Forse, però, c’è bisogno di più realismo e di stare con i piedi per terra. La superiorità morale di chi crede sempre di essere migliore del prossimo, senza però guardalo in faccia o tenere conto del contesto, o di avere contezza dei problemi degli altri, non porta purtroppo da nessuna parte. Se non a renderci tutti più soli, impauriti e in conflitto.

Certamente è bene evitare gli assembramenti, ma quelli davanti ai negozi non sono certo più pericolosi di quelli sugli autobus, nelle metropolitane, alle manifestazioni per qualsiasi causa sociale, di fronte alle mense dei poveri. La pandemia sta devastando le vite di gran parte del Paese, per questo ci vorrebbe rispetto per lo stesso, specialmente da parte della classe politica, di garantiti, che lo governa.

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Il desiderio di fare festa e di risollevare il capo da una crisi nera che ormai dura da un anno non è da demonizzare ma da comprendere, e a questo dalla politica vanno offerte risposte. Non spocchia e superiorità morale.

Giovanni Bernardi

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