Scandalo Arcuri: la vergogna di chi lucra milioni di euro sul Covid

Di fronte a un dramma collettivo come quello della pandemia, si pensa che tutti i cittadini ragionino in un’ottica di bene comune. Eppure, purtroppo, non è così.

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Lo dimostrano le terribili vicende, smascherate da alcuni quotidiani italiani tra cui Il Giornale, legate a Domenico Arcuri, l’uomo a cui è stato affidato un enorme potere in relazione al contrasto della pandemia, e che si è trovato a gestire da un momento all’altro montagne di denaro. Mascherine, scuola, ora vaccini. Arcuri, ex amministratore delegato di Invitalia da marzo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, ha avuto fin dai primi mesi della lotta alla pandemia operata dal governo Conte, un potere discrezionale di scelta quasi assoluto.

Si auguravano un lockdown per arricchirsi

In questa libertà eccessiva, ci sono stati scandali enormi per quanto riguarda passaggi di denaro molto consistenti da figure molto oscure che hanno lavorato, e continuano a farlo, nella totale oscurità del resto della popolazione. Dalle intercettazioni, infatti, pare che emergano dettagli a dir poco inquietanti. Si auguravano un nuovo lockdown per potersi arricchire nuovamente sulla pandemia.

“Speriamo che a novembre esploda”, è quanto veniva affermato a proposito di una nuova chiusura totale del Paese. Ora la Procura di Roma parla di una cricca internazionale che che avrebbe perseguito “lucrosi affari” sull’epidemia di coronavirus. In particolare, le intercettazioni riguardano uno degli indagati nella maxi inchiesta sulle mascherine.

Una montagna di denaro affidati a consorzi cinesi

Si parla dell’affidamento di 1,25 miliardi, operato dal super commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, a tre strani tre consorzi cinesi per l’acquisto di 800 milioni di pezzi avvenuto tramite alcuni intermediari italiani. “Questo è un lavoro che si fa senza valigetta”, dice uno degli intercettati, Jorge Solis.

Gli indagati sono Andrea Vincenzo Tommasi, della Sunsky srl, il giornalista Rai in aspettativa Mario Benotti, Antonella Appulo, Daniela Guarnieri, Jorge Edisson Solis San Andrea, Daniele Guidi, Georges Fares Khozouzam e Dayanna Andreina Solis Cedeno. Le altre società entrate nell’inchiesta sono la Partecipazioni Spa, la Microproducts It Srl e la Guernica Srl.

I reati contestati tra traffico di influenze e anti-riciclaggio

I reati a loro contestati sono quelli di traffico di influenze illecite, aggravato dal reato transnazionale, ricettazione, riciclaggio e auto-riciclaggio. L’accusa è quella di avere sfruttato i legami con Arcuri per percepire commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi affidatari delle forniture.

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Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri – photo web source

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“Mario Benotti, sfruttando le sue relazioni personali con Domenico Arcuri, si faceva promettere e quindi dare indebitamente da Andrea Tommasi, il quale agiva in concorso per previo concerto con Daniele Guidi, e Jorge Solis, la somma di 11.948.852, confluita per 8.948.852 sul conto della Microproducts srl di Daniela Guarnieri, (compagna di Benotti ndr) e per 3 milioni di euro sul conto della Partecipazioni spa di Georges Khozouzam quale remunerazione indebita della sua mediazione illecita, occulta e fondata sulle relazioni personali con Arcuri”, riporta il Giornale.

Tra Benotti e Arcuri ci sarebbe stato un numero di messaggi e telefonate a dir poco inquietante, continuo. Un numero pari a 1.282 contatti tra il 2 gennaio, giorno in cui Arcuri doveva ancora essere nominato, e il 6 maggio 2020. Ora, dopo lo scoppio dello scandalo, Arcuri nega di conoscere Benotti. Quest’ultimo, da parte sua, risponde: “Se il commissario Arcuri ritiene di non conoscermi e lo dice, se ne assumerà le sue responsabilità”.

Giovanni Bernardi

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