Un sacerdote che, nonostante il contagio da Covid, non ha rinunciato alla celebrazione della Santa Messa per coloro che erano ricoverati con lui.
Don Guido, parroco della provincia di Caserta, è ricoverato all’ospedale di Castelvolturno. Ha deciso di celebrare la Messa in reparto.
Celebrare la Santa Messa per tutti coloro che, come lui, sono ricoverati nella terapia intensiva e sub intensiva dell’ospedale. Questo è ciò che ha fatto Don Guido Cumerlato, parroco di Casapesenna, in provincia di Caserta, ricoverato all’ospedale “Pineta Grande” di Castelvolturno, perché positivo al Covid.
Il sacerdote era stato ricoverato, proprio la Vigilia di Natale a causa di una grave polmonite. Ma ad oggi, le sue condizioni stanno migliorando a vista d’occhio. Per questo motivo, ha chiesto di poter svolgere la funzione religiosa lì in ospedale: “Ho chiesto di celebrare Messa anche per gli altri pazienti ricoverato qui con me. E in meno di un’ora, mi sono state fornite sia le ostie che i paramenti sacri. Qui ho celebrato Messa” – ha spiegato don Guido.
Dal suo letto di ospedale (poiché ha ancora bisogno dell’ossigeno), don Guido ha voluto ringraziare chi lo ha assistito e tutti quelli che sono impegnati nell’emergenza Covid. Ha ricordato, inoltre, quanto sia importante curare non solo il corpo ma anche la dignità della persona.
“Io sono entrato in questa clinica il 24 dicembre con grandi difficoltà respiratorie, con una polmonite grave. Mi sono affidato al buon Dio. Ho avuto angeli vicino a me, persone che mi hanno voluto bene e la presenza del Signore” – ha spiegato il sacerdote in un’intervista a Fanpage.
A 8 giorni dal suo ricovero in ospedale, don Guido sta migliorando, anche se ha ancora bisogno dell’ossigeno: “Mi faccio vicino a tutti, indistintamente […] In questi luoghi si tocca con mano quanto sia bella la persona in tutte le sue fasi e quanto sia importante a livello medicale, spirituale, culturale e umano valorizzare ogni istante del nostro vivere” – conclude.
Il suo unirsi a Dio nell’Eucarestia celebrata per se stesso, ma anche per tutti i medici e i pazienti lì ricoverati, è stato un gesto d’amore, ma soprattutto di grande fede. Un esempio da prendere: nella malattia, anche nel momento più difficile, Don Guido si è affidato a Gesù e ha posto in lui tutte le sue angosce e le sue speranze, certo che le sue preghiere e quelle degli altri ammalati, non resteranno inascoltate.
Fonte: fanpage.it
ROSALIA GIGLIANO
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