Il dramma dell’attore Massimo Ghini: “Tutto è nato da un assembramento”

Non è bastato neppure un tampone rapido per escludere la probabilità di essere positivi al Covid, per cui abbassare la guardia può non essere una buona idea. L’invito alla prudenza.

Massimo Ghini e il figlio
Photo web source – Fanpage.it

Dopo aver fatto tutti un tampone rapido, un gruppo di ragazzi si riunisce in assembramento in una casa, contravvenendo alle disposizioni. Ma poi scatta il contagio: è quello che è successo al figlio di Massimo Ghini, 25 anni, che voleva rivedere il suo gruppo di amicizie dopo tempo.

Tutto è nato da un assembramento

Tutto è nato da un assembramento. Mio figlio e un gruppo di suoi amici – spiega Massimo Ghini  – avevano deciso, visto che non ne potevano più, di incontrarsi in una casa e avevano fatto tutti il tampone rapido. Invece non è servito a niente.

All’inizio, quando ha scoperto di essere positivo diceva di sentirsi bene, poi dopo aver consultato il nostro medico di fiducia è stato portato di corsa in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale”. 

Sembrerebbe che il peggio sia passato, dopo la grande paura, e il ricovero ospedaliero.

“Ora sta meglio, è ancora positivo e si trova in un Covid-hotel e sta continuando a farsi la sua quarantena” prosegue con animo sollevato Ghini.

Il comportamento superficiale

Questo è il racconto dell’attore all’AdnKronos, che aveva già vissuto delle criticità legate al Covid in precedenza nella sua famiglia, quando la figlia Camilla, non riusciva più a tornare in Italia dall’Inghilterra: “Ci siamo trovati stranamente depistati, meravigliati, dal comportamento inaspettatamente superficiale di una nazione come la Gran Bretagna rispetto a questa problematica, perché era sotto gli occhi di tutti che continuava a essere tutto aperto, tutto funzionava, e mia figlia, che studia in un’università a Londra, era “impanicata”, da questo punto di vista, perché non riusciva a capire, vedeva le notizie che arrivavano dall’Italia, vivendo in una nazione completamente al contrario.

Quando la questione da noi ha cominciato a espandersi per l’Europa, mia figlia ha avuto la coscienza di mettersi in quarantena, seguendo i nostri consigli. Con grande fatica siamo riusciti a trovare dei biglietti, ce l’abbiamo fatta e l’abbiamo riportata a casa”, dichiarava Massimo Ghini ad aprile 2020, in un’intervista televisiva, facendo presente quanto, purtroppo, la leggerezza non vada d’accordo con questa pandemia.

Elisa Pallotta

Impostazioni privacy