Il Coronavirus continua a mietere vittime. Tanti sono purtroppo, i sacerdoti che hanno perso la vita in questo periodo di pandemia.
La Chiesa affronta il dramma della morte, a causa del Coronavirus, anche di frati e suore. Gli “operai nella messe del Signore” sono fra i più colpiti in questo periodo.
Ancora contagi e, ancora, vittime. Il Coronavirus non frena la sua corsa e, a farne le spese, sono sempre più gli anziani, anche fra il clero. Tantissimi i sacerdoti che, fra la prima e la seconda ondata del Coronavirus hanno perso la vita in Italia. Secondo le stime, sono ben 223, di cui 99 solo nella seconda ondata. Un dato riferito al solo clero attivo nelle diocesi italiane, perché diocesano o – nel caso di religiosi – con incarichi attuali o recenti nella vita pastorale delle comunità cristiane sul territorio.
Da Nord a Sud, tutte le Diocesi d’Italia sono state colpite dalla morte, almeno, di un sacerdote, un religioso o una religiosa a causa del Coronavirus. Nel giro di questi primi giorni del nuovo anno, sacerdoti, anche più giovani, sono volati al Padre. Uno degli ultimi, don Vincenzo Passante, 55 anni, collaboratore parrocchiale nella chiesa del “Santissimo Salvatore” a Piscinola, nella diocesi di Napoli.
A questi sacerdoti vanno aggiunti poi i religiosi e le suore che, per l’età o la salute già fragile, il virus sta piegando dopo decenni di vocazione e di vita spesa al servizio di tutti. Un elenco lunghissimo che va ad affiancarsi alle tantissime altre vittime civili che il Covid sta portando ogni giorno con sé. Nessuna Diocesi è stata risparmiata.
Il Coronavirus ci ha tolto tanti sacerdoti. Ma la Chiesa è ferita, non solo dalla tragedia del virus, ma anche da un altro dramma: la mancanza di vocazioni. Siamo davanti ad un calo della fede? Quanti potrebbero essere i nuovi seminaristi che andrebbero a sostituire quei parroci che non ci sono più?
La crisi delle vocazioni è un argomento che attanaglia la Chiesa da anni. Più volte, nel corso dell’anno liturgico, si prega per le vocazioni, affinchè tanti giovani e tante giovani tornino nuovamente a popolare la messe del Signore.
Davanti a conventi che chiudono, a parrocchie che sono costrette a ridurre la loro apertura ai fedeli per la mancanza di sacerdoti, la preghiera diventa lo strumento più efficace. Anche Papa Francesco ci invita, spesso, a pregare per le vocazioni, utilizzando e ponendo l’attenzione su 4 parole chiave: gratitudine, coraggio, fatica e lode, che sono le doti di ogni buon sacerdote, religioso o religiosa.
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La Chiesa si interroga su questo problema. Allo stesso tempo, però affida alle sue preghiere tutti i sacerdoti che sono tornati alla Casa del Padre a causa del Covid e non solo.
ROSALIA GIGLIANO
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