Sacerdote non ha permesso al Covid di togliergli la cosa più importante

Una vita donata a Dio fino all’ultimo respiro, quando il Coronavirus se l’è portato via. La storia di Don Alfredo fa commuovere e riflettere.

La storia di Don Alfredo, morto di Covid
Don Alfredo Nicolardi – photo web source

Don Alfredo Nicolardi era un sacerdote della Diocesi di Como. E’ salito alla casa del Padre l’ultimo giorno del 2020. Ma fino all’ultimo ha pregato ed avuto fede in Dio.

Don Alfredo: quando il Covid ti porta via

Una croce: così definiva il Coronavirus don Alfredo. Quella che, chi l’aveva contratto, doveva portare. Ma soprattutto, lui si domandava cosa il Signore voleva dirci con questa croce da portare. E se l’è domandato fino all’ultimo istante della sua vita, pregando sempre e mai perdendo la fede in colui che l’aveva chiamato come suo sacerdote.

Don Alfredo Nicolardi se ne è andato proprio il 31 dicembre, l’ultimo giorno di questo anno funesto che ci siamo lasciati alle spalle. Era parroco della Diocesi di Como e, a causa del Coronavirus, era ricoverato da qualche tempo all’ospedale “Valduce” di Como.

“Abbiamo pregato perché le cose cambiassero” – scriveva

In questi mesi, abbiamo pregato, sperato, desiderato fortemente che le cose cambiassero. Siamo tutti stanchi e ormai ci capita anche di non credere più che ci possa essere una fine a questo dramma” – scriveva Don Alfredo ai suoi parrocchiani qualche giorno prima del Santo Natale. Un Natale che non ha potuto né celebrare né festeggiare con loro, poiché era ricoverato dall’8 dicembre.

Don Alfredo Nicolardi
photo web source

“Il Signore ha voluto donarmi questa croce”

Proprio l’8 dicembre doveva accompagnare a Como, in Cattedrale, il suo giovane diacono, ma tutto è precipitato. La corsa in ospedale, la febbre, la diagnosi di Covid. Don Alfredo ha sempre accettato tutto, anche questa prova:Da questa prova, usciremo sicuramente diversi e migliori se ci chiederemo cosa il Signore ha voluto dirci permettendo questa croce.

Se saremo disponibili a una vera conversione che si traduce anche nella riscoperta di essere tutti più fraterni e meno egoisti” – ha scritto poco prima di salire al Cielo.

La croce: un messaggio, secondo il sacerdote, che il Signore ha voluto inviargli. Non parole di sofferenza, ma forse di conversione ulteriore, una richiesta di preghiera maggiore…chissà. Una cosa è certa: lui questa croce l’ha abbracciata davvero. E, nonostante il Covid abbia vinto su di lui, quella croce è stata la sua scala per il Paradiso.

ROSALIA GIGLIANO

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