Cosa significa essere nel mondo, ma non appartenere al mondo

Il cristiano deve o non deve essere parte integrante del mondo che lo circonda? Deve guardarsene bene o lo può vivere nella sua complessità? Padre Angelo risponde.

Mano aperta al mondo creato da Dio
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Un fedele scrive a Padre Angelo: “Quali sono i rapporti che un cristiano deve avere con il Mondo in generale?”. La risposta del sacerdote non si fa attendere.

Il cristiano deve allontanarsi dalla realtà?

Essere cristiani vuol dire doversi isolare dal mondo e dalla vita sociale, politica e culturale che ci circonda, poiché tutto questo potrebbe distrarci o allontanarci da Dio? Questo è il quesito che Giovanni pone a Padre Angelo: “Io ho sempre sentito e pensato che il Mondo fosse un posto negativo, posseduto dal Diavolo, di cui i figli di Dio non fanno parte; anche se sono stati mandati all’interno di esso per essere una luce, una speranza per l’Umanità”.

Giovanni, pur citando alcuni passi del Vangelo, non riesce a trovare risposta alla sua domanda: “Quali siano i rapporti che un cristiano deve tenere col Mondo? E’ giusto per esempio votare e quindi non subire passivamente le leggi e le azioni degli Stati del Mondo, ma di fatto rendersene partecipi? […] E’ giusto svolgere lavori alle dirette dipendenze di uno Stato? […]

Spesso ho sentito dire che fare cose che, in quanto un buon cristiano, uno dovrebbe sempre prendersi cura della comunità in cui vive, ma al tempo stesso mi chiedo se sia veramente giusto essere partecipi attivi di Stati”.

Padre Angelo: “Cosa è per noi il mondo”

La risposta di Padre Angelo non si lascia attendere e parte dal principio, ovvero dalla spiegazione della parola “mondo”: “Noi intendiamo l’insieme degli uomini che vivono sulla faccia della terra. Ora vivere con gli altri cercando di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato è un atto molto grande di amore.

Tutta la dottrina sociale della Chiesa ha come obiettivo quello di renderlo più umano e di rendere più pacifica e ordinata la convivenza tra gli uomini”.

Il sacerdote fa comprendere, a Giovanni e a tutti noi, come Gesù non abbia mai lasciato l’umanità alla deriva: “Non ci ha detto di lasciare il mondo alla deriva ma di illuminarlo con la luce del Vangelo che rivela agli uomini il fine ultimo della loro esistenza quaggiù e nello stesso tempo l’altissima dignità di ogni persona umana che deve essere considerata il centro e il fine di tutto: della scuola, dell’economia, del lavoro, delle istituzioni sociali”.

Gesù, la luce del mondo

Tutto questo la Chiesa lo fa prolungando fine alla fine del mondo la missione di Gesù “che si riferisce soprattutto alla salvezza eterna dell’uomo quando dice: “Io sono la via, la verità e la vita” è “Io sono la luce del mondo”, ma altrove guardando la folla affamata gemebondo prorompe nelle parole: “Ho compassione di questa folla”, dando prova di preoccuparsi anche delle esigenze terrene dei popoli” – continua Padre Angelo.

Gesù
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Padre Angelo: “Gesù ci dice di star lontani dal mondo del peccato”

Padre Angelo, infine, spiega soprattutto come siano significative alcune parole di Gesù proprio sul fatto che l’uomo appartenga alla realtà che lo circonda: “E “se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno, dice Gesù” – conclude.

Dal mondo del peccato dobbiamo star lontani, non da quello degli uomini, ci dice Padre Angelo. Un monito da prendere in esempio per ciascuno di noi.

Fonte: amicidomenicani.it

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ROSALIA GIGLIANO

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