Coronavirus, Trump autorizza le cure al plasma e “supera” il vaccino

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha autorizzato la cura con il plasma, di fatto “superando” l’idea che l’unica risposta al Coronavirus è nel vaccino.

Donald Trump
Donald Trump (photo Gettyimages)

L’annuncio è stato dato dal presidente americano in apertura della convention repubblicana che anticipa le prossime elezioni presidenziali, durante la conferenza stampa. “È la cura più urgente che possiamo usare in questo momento. Invitiamo i guariti a donare plasma”, ha detto con decisione il presidente americano.

L’annuncio in apertura della convention repubblicana

Il prossimo appuntamento sarà quello di Charlotte, in North Carolina. Ovvero il momento centrale della convention repubblicana. Quindi il più importante per il polo politico conservatore negli Stati Uniti. Che anche questa volta incoronerà il tycoon per la corsa al secondo mandato. Per Trump quindi l’utilizzo del plasma dei guariti è di fatto una vera e propria “svolta terapeutica”.

Anche in Italia infatti si sono avuti risultati importanti di pazienti prima gravi e poi guariti in poco tempo. In particolare grazie alla cura portata avanti nel nostro Paese dal professor De Donno. Subito però altri virologi si sono in qualche modo scagliati contro la cura al plasma, ritenendola non valida per ragioni però nient’affatto chiare, come “la difficoltà di reperire il sangue dei pazienti malati”.

L’invito di Trump a tutti i guariti: donate il plasma

Trump durante la conferenza stampa ha anche dichiarato che “la Food and drug administration (Fda) ha dato l’autorizzazione urgente all’uso del plasma dei guariti per curare i malati colpiti dal virus cinese”. Da tempo infatti il presidente americano aspettava questo momento, e non a caso già più volte lo aveva annunciato su Twitter.

Trump ha invitato tutti i guariti a “donare il plasma” per dare il proprio contributo alla lotta contro il coronavirus. “Si tratta di un annuncio storico, è la cura più urgente che possiamo usare in questo momento”, ha spiegato senza tentennamenti Trump. Che ha portato al suo seguito anche alcuni esperti che confermassero di fronte ai giornalisti le sue parole, sotto la guida del segretario alla Salute del governo guidato da Trump, Alex Azar.

Trump: via libera al plasma, questione di vita o di morte

Trump ha preso anche occasione per entrare nel merito delle pressioni che sta facendo sull’argomento la Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici per il ministero della Salute. Il presidente ha liberato il campo spiegando che la sua scelta di dare precedenza alle cura al plasma non hanno a che fare con la politica, ma è una “questione di vita e di morte“.

Nei giorni scorsi più volte il presidente degli Stati Uniti aveva attaccato quello che lui chiama il “deep State”. Spiegando che sta facendo di tutto per “rendere molto difficile per le aziende farmaceutiche convincere la gente a testare i vaccini e le terapie”. Al fine “di ritardare la risposta fino a dopo il 3 novembre”. “Bisogna concentrarsi sulla velocità e salvare vite umane!“, ha esclamato Trump.

Il vaccino allo studio e il virus che ha ucciso 170 mila persone negli Usa

Il Financial Times scrive inoltre che l’amministrazione repubblicana guidata dal Tycoon sta cercando in tutti i modi di accelerare sul vaccino sperimentale britannico contro il coronavirus, per renderlo disponibile per i cittadini statunitensi già da prima delle elezioni presidenziali.

A questo fine pare che il governo stia considerando anche l’idea di aggirare i normali standard normativi statunitensi. Il virus infatti negli Stati Uniti ha già mietuto oltre 170 mila vittime, numeri da capogiro per il quali Trump sta cercando una soluzione a tutti i costi.

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Al momento nel Paese il vaccino considerato più efficace è quello che si sta sviluppando all’interno della partnership tra AstraZeneca e l’Università di Oxford. Diecimila volontari sono stati arruolati ma si pensa che servano almeno 30mila persone per andare oltre la prima fase di autorizzazione.

Giovanni Bernardi

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