Arriva il tampone “differenziale”, presto nel Lazio e già presente in Veneto. Servirà a distinguere, dopo i sintomi, i casi di Coronavirus da influenza o altro.
Uno strumento quindi molto utile che potrebbe incidere positivamente sull’afflusso negli ospedali e nei centri di primo soccorso. La Regione Lazio, ad esempio, in questo modo sembra ben intenzionata a usare i tamponi non solamente contro il Coronavirus, ma anche per individuare quelli che sono i casi di influenza stagionale. Anche per la ragione, come scrive Il Messaggero, che i vaccini anti-influenzali stanno finendo.
Il calo delle temperature e il problema dell’influenza stagionale
Il calo delle temperature è infatti determinante sotto questo determinato aspetto, e le autorità sanitarie immaginano che tra poco possa presentarsi un’ondata significativa di febbre, raffreddore, tosse o mal di gola.
Un dato che rappresenta qualcosa di significativo, se si considera al contesto del panico conseguenza alla situazione dovuta dal Coronavirus. Il risultato di questa ondata influenzale, infatti, purtroppo si traduce in un assalto molto pericoloso ai Pronto soccorso- Determinando, a caduta, una forte difficoltà di gestire l’accoglienza negli ospedali.
Il tampone “differenziale” per affrontare gli accessi negli ospedali
Purtroppo però, anche per gli stessi medici spesso è difficile riuscire a distinguere l’influenza dal Coronavirus. Così si è giunti alla consapevolezza del bisogno di ampliare i test. A tal fine sarà possibile sfruttare anche un kit, ultimato in questi giorni dall’Istituto Spallanzani, capace di riconoscere in pochissimo tempo, e con un solo tampone, la presenza del virus SarsCov2, quella del virus influenzale di tipo A o B, o infine il VRS, il virus respiratorio sinciziale.
La Regione è riuscita fino a questo momento a proteggere un milione di persone, in stragrande maggioranza soggetti anziani, fragili o malati cronici. L’obiettivo è però quello di riuscire a vaccinare 2,4 milioni di residenti. Ad ora, l’azienda Sanofi ha inviato mezzo milione di fiale già finanziate.
Tampone “differenziale”: la strategia per affrontare l’ondata influenzale
Lunedì, infatti si è cominciato a consegnare altre 320mila dosi. Ora si spera di arrivare a garantire l’immunità di almeno 1,9 milioni di persone. Il che rappresenterebbe uno schermo protettivo significativo, e molto utile in questo particolare contesto di pandemia.
La strategia, quindi, sembrerebbe dare i primi risultati. Che dovrebbero essere implementati tanto nei pronto soccorso quanto nei medici stessi che fanno assistenza domiciliare. Le persone che infatti svilupperanno sintomi che possono essere legati sia all’influenza che al Covid, potranno chiamare il proprio medico curante, oppure l’Asl. A quel punto uno degli operatori che garantisce l’assistenza domiciliare potrà recarsi nella sua abitazione. E la persona interessata verrà sottoposta al tampone.
In Veneto esiste già lo strumento del tampone “differenziale”
Nel caso in cui, invece, la persona si recherà al pronto soccorso per chiedere di essere sottoposto al tampone, verrà sottoposto al tampone rapido in un’area pre-Triage. In base all’esito, verrà poi portato o negli ambulatori riservati al Coronavirus oppure a quelli aperti a tutti.
Saranno poi sempre i medici di base ad avvertire i pazienti che non hanno fatto il vaccino anti-influenzale di quali siano le modalità per sottoporvisi. La situazione sarà tuttavia molto più semplificata nel momento in cui si avrà il tampone “differenziale”, che già dal prossimo gennaio dovrebbe essere a disposizione dei medici.
In Veneto esiste già un simile strumento, ed è già in funzione. Il vantaggio è perciò quello di poter eseguire contemporaneamente tre test, per capire se i sintomi del paziente sono collegati al Coronavirus, all’influenza o al virus respiratorio, quest’ultimo che colpisce particolarmente i bambini. Il che porta, come immaginato, a limitare fortemente gli accessi al Pronto Soccorso.
Giovanni Bernardi