Coronavirus: da noi non c’è pandemia, l’esempio del Kerala

Lo Stato del Kerala, in India, rappresenta un vero e proprio esempio di lotta al Coronavirus: ad oggi si contano solo 399 contagi totali.

Coronavirus in Kerala
Coronavirus in Kerala (photo Gettyimages)

Coronavirus: la lotta che lo stato del Kerala sta dando all’epidemia può rappresentare un vero e proprio esempio. Come riporta Asia News, infatti, in India, circa metà del Paese non è stato ancora toccato dalla Pandemia e, in particolare, nello Stato del Kerala (India meridionale), si contano solo 399 casi, di cui 140 attuali.

Ci sono delle ragioni per cui i numeri, in questo luogo sono così bassi. Tra queste c’è sicuramente: una grande esperienza alle emergenze derivanti da epidemie e una grande collaborazione tra governo e volontari. Come leggiamo dalla fonte, c’è un’altra importante ragione: la mancanza di lotte tra governo centrale e autorità locali.

Coronavirus: l’esempio del Kerala

Una delle caratteristiche della lotta al Coronavirus nello Stato del Kerala è la prontezza. Per capirci meglio, il governo del Kerala ha annunciato il totale lockdown nella giornata del 23 marzo. Il governo centrale, invece, lo ha annunciato il giorno dopo: alla mezzanotte del 24. Lo Stato del Kerala ha infatti, quasi sempre, anticipato le scelte del governo centrale. Questo enorme sforzo deriva da un’intensa collaborazione tra i comuni, le province e le prefetture dello Stato, straordinariamente coordinati.

I vagoni dei treni in Kerala

C’è un aspetto molto interessante che ci fa riflettere. Come riporta Asia News, è vero che in India non c’è la possibilità, come in Cina, o in Italia, di costruire un ospedale di emergenza in soli dieci giorni. Ma, allo stesso tempo, la grande organizzazione ha fatto sì che (per evitare un sovraffollamento negli ospedali) alcuni vagoni dei treni siano stati trasformati in celle di isolamento. Inoltre, gli operatori sanitari, stanno pensando, eventualmente, all’utilizzo di alberghi e ostelli per la stessa funzione.

Una forte collaborazione

Ma l’aspetto che forse più di tutti i è manifestato importante è la forte collaborazione tra operatori volontari e forze di governo. Se in gran parte dei Paesi la burocrazia può rappresentare un ostacolo, in questo senso, in Kerala non è così. Lo Stato indiano ha infatti mostrato come il contributo dei volontari sia prezioso almeno quanto quello del governo. Questo è avvenuto a tutti i livelli: infatti, lo stato del Kerala ha immediatamente suddiviso le forze sociali dei volontari in cinque livelli, ognuno di essi coordinato dai capi distretto. Dalla distribuzione di pasti, fino agli esperti di tecnologia per le localizzazioni, ogni livello di volontariato è prezioso.

La cautela, nonostante i numeri

Nonostante molti possano pensare che in Kerala il picco d’infezione sia stato superato, il ministro della sanità, la professoressa Shylaja ha affermato che bisogna avere ancora pazienza e bisogna essere cauti. Ad ogni modo, sicuramente, il Kerala può dimostrarsi un esempio per gli altri Stati, per diversi punti di vista.

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Fabio Amicosante

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