Il Crocifisso miracoloso, venerato da Papa Francesco il 15 marzo scorso, nella Chiesa di San Marcello al Corso, giunge in piazza San Pietro.
Il trasferimento è voluto per l’appuntamento di preghiera che papa Francesco ha indetto per Venerdi 27 marzo alle ore 18 affinché cessi l’epidemia del Coronavirus che minaccia l’umanità intera. Con questa intenzione, il Pontefice presiederà un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. E ha invitato tutti i cattolici del mondo a partecipare attraverso i mezzi di comunicazione e a unirsi spiritualmente.
Il programma in piazza San Pietro di Venerdì 27 marzo
Avrà inizio con l’ascolto della Parola di Dio, l’adorazione al Santissimo Sacramento e al termine il Santo Padre impartirà la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria.
“Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate da questa pandemia. La nostra vicinanza – ha proseguito Francesco – agli operatori sanitari, agli infermieri, alle infermiere, ai volontari; vicinanza alle autorità, che devono prendere misure dure ma per il nostro bene. Vicinanza ai poliziotti, ai soldati che per le strade cercano di far mantenere sempre l’ordine, perché si compiano le cose che il Governo chiede di fare per il bene di tutti noi. E vicinanza a tutti”.
Il Crocifisso è famoso a Roma per due miracoli
Dentro la chiesa di San Marcello al Corso, a Roma, è presente un antico e venerato crocifisso in legno del XV secolo, che sopravvisse a un incendio, salvò Roma dalla peste e, abbracciato da San Giovanni Paolo II, segnò il momento più forte della Giornata del perdono del 2000.
Nel dettaglio, il primo prodigio risale alla notte del 23 maggio, del 1519, durante la quale un incendio distrusse la chiesa. La mattina successiva, quando i fedeli andarono a visitare il rogo, trovarono tra la cenere ancora fumante, il crocifisso rimasto miracolosamente illeso.
Il secondo avvenne nel 1522. Roma era stata colpita da una grave pestilenza. E i romani, ricordandosi del miracolo del 1519, decisero di portare in processione il crocifisso dalla chiesa di San Marcello alla basilica di San Pietro. Dalla chiesa si mosse una solenne processione penitenziale alla quale parteciparono il clero, i religiosi, i nobili, i cavalieri, uomini e donne del popolo. L’intera popolazione romana si mosse al seguito del famoso crocifisso.
Le autorità, temendo un aumento del contagio, tentarono di bloccare il corteo ma non ci riuscirono. La processione iniziò il 4 agosto e durò ben 16 giorni sino al 20 Agosto del 1522. Man mano che si procedeva, la peste dava segni di netta regressione, e dunque ogni quartiere cercava di trattenere il crocifisso il più a lungo possibile. Al termine, quando rientrò in San Marcello, la peste era del tutto cessata: Roma, ancora una volta, terminò il 20.
La tradizionale processione col Crocifisso miracoloso
A partire dal 1600, la processione dalla chiesa di San Marcello alla Basilica Vaticana, dove il Crocifisso miracoloso veniva esposto alla venerazione dei fedeli, divenne una tradizione durante lo svolgimento dell’Anno Santo. Sul retro della croce sono incisi i nomi dei vari Pontefici e gli anni di rispettiva indizione.
Fortissima l’immagine dell’abbraccio di San Giovanni Paolo II al Crocifisso. Era la Giornata del perdono, nella prima Domenica di Quaresima del 2000, con la quale il Santo Padre, a nome di tutta la Chiesa, chiese pubblicamente perdono delle colpe del passato.
Simona Amabene
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