Coronavirus: non abbassiamo la guardia! A Codogno nuovi contagi.

Purtroppo, tra le notizie di guarigione c’è anche quella di una nuova ricaduta nell’ex area protetta di Codogno, il primo focolaio italiano in provincia di Lodi.

Coronavirus nuovi casi
(Photo by Getty Images)

Segno del fatto che, anche nel momento in cui si verifica un lieve miglioramento, non dobbiamo allentare la presa. Ma al contrario vanno continuate a prendere tutte le precauzioni necessarie, con al primo posto quella di stare a casa.

Pare infatti che la riapertura di Codogno avrebbe causato nuovi casi di positività al Coronavirus. La notizie è stata diffusa dal Corriere della Sera. Dopo settimane di calo del numero dei contagiati, sceso fino all’uno per cento, negli ultimi giorni si sarebbe verificata una risalita.

Non abbassare la guardia

“Abbiamo sei positivi in più. Nelle ultime giornate eravamo fermi a 268 casi. Un segnale che i divieti introdotti con la zona rossa avevano funzionato”, ha spiegato con rammarico Francesco Passerini, il sindaco di Codogno e presidente della Provincia di Lodi.

Nonostante ciò, tra gli esperti c’è chi sostiene che il picco dell’epidemia è ormai molto vicino. La situazione al momento tuttavia parla di numeri molto alti, con la maggior parte dei contagiati sempre nelle aree di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Il rischio è che nel caso il virus dovesse espandersi in un’altra regione, “è chiaro che la curva si rialzerà”, ha affermato all’Ansa Fabrizio Nicastro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

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photo web source: dagospia.com

Non si fermano i contagi

Ad infatti sono 34.889 le persone positive al virus in Lombardia, con un incremento di 2.543 nell’ultimo giorno. I decessi nella regione sono così saliti a 4.861, 387 in più per l’ultima giornata. Numeri drammatici diffusi dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.

Crescono anche i ricoveri in terapia intensiva, di 27 persone, e 655 hanno effettuato l’accesso nei reparti normali. In attesa che l’ospedale costruito in zona fiera possa prendere il via. Anche perché nella provincia di Milano ci sono stati 848 nuovi positivi, per un totale di 6922. Numeri quindi sempre più alti che hanno bisogno di cure al più presto.

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I controlli per le limitazioni imposte dal Coronavirus saranno attivi anche nel periodo di Pasqua (photo web source)

I dati e l’emergenza

I dati quindi non sono molto confortanti per ora, anche se “potrebbero essere i molti tamponi in più che sono stati fatti”, ha detto l’assessore Gallera. Ma per fortuna, in altre regione il contagio è arrivato dopo è si è riusciti a prendere in tempo le misure precauzionali. Con una risposta del tutto straordinaria a una situazione drammatica.

Al punto che il Comune di Milano ha dovuto interrompere le cremazioni, a partire dal 29 marzo, per chi è deceduto in città nonostante non via abbia la residenza, per via della “saturazione” dell’impianto di cremazione di Lambrate. Un contesto drammatico, che ci dice chiaramente che, anche all’avvisarsi dei primi segnali, non dobbiamo mai mollare la presa.

Affidiamoci al Signore, luce e salvezza

Dobbiamo restare in casa, proteggendo noi, i nostri cari e tutti i nostri concittadini. E per fare fronte a questo momento straordinario, di dolore, sofferenza e privazione, dobbiamo fare affidamento alla preghiera. Invochiamo Gesù affinché ci sorregga in questi momenti duri, e la Madonna affinché ci faccia strada nella preghiera.

Coronavirus Quaresima

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore? Quando mi assalgono i malvagi per straziarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario. Egli mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura“. (Salmi 26, 1-5)

Giovanni Bernardi

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