Coronavirus e Cei: 237 milioni per contrastare la crisi

L’aiuto della Cei in questi mesi di crisi economica e sanitaria è stato fondamentale. Innumerevoli le opere caritatevoli svolte in questo periodo.

L’opera caritatevole della Chiesa è stata svolta in silenzio. Ma c’è un numero che più di tutti ne fa comprendere la dimensione: i 237 milioni stanziati finora.

L’importanza della carità in tempo di crisi

Questo 2020 ci ha ricordato la precarietà della condizione umana. La pandemia di Coronavirus ha infatti evidenziato come un nemico piccolissimo ed invisibile possa mettere in ginocchio l’intera società, per quando complessa, organizzata e stratificata sia al giorno d’oggi. Il Covid-19 che abbiamo imparato a conoscere a nostre spese è un nemico temibile e letale, in grado di distruggere chiunque, qualsiasi sia la sua età e la sua condizione fisica pregressa, capace di paralizzare un intero sistema sanitario e di mettere in ginocchio l’economia mondiale.

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Il 2020 ha anche dimostrato che la società odierna non è totalmente cinica e menefreghista come pensavamo. In primo luogo perché ci sono state persone – medici, infermieri e operatori sanitari in prima linea – che hanno messo a repentaglio la propria vita e rinunciato a stare con le proprie famiglie per salvare quante più vite possibile. In seconda istanza non si può dimenticare la generosità di chi ha donato per permettere al sistema sanitario e agli italiani di sormontare la difficoltà e vincere questa ardua battaglia. Tra chi ha contribuito in prima persona a questa lotta ci sono i volontari della Cei, che giorno dopo giorno hanno prestato aiuto alle persone anziane, ai poveri e ai malati, ottenendo come ricompensa solo la consapevolezza di aver dato un contributo reale.

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Il contributo della Cei per la lotta al Coronavirus

La forza lavoro nel volontariato è stata l’elemento fondamentale in questa opera di sussistenza. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato anche un contributo economico sostanzioso da parte della Cei. La Conferenza Episcopale, ha infatti attinto a piene mani dai fondi dell’8×1000 per permettere ai volontari di aiutare chiunque avesse bisogno e alle diocesi locali di organizzare al meglio il lavoro di volontariato.

Lo ha fatto senza farsi pubblicità, e spesso le iniziative sono passate sotto silenzio perché le contingenze e la stretta attualità reclamavano spazio. Oggi che la situazione è più serena e che l’emergenza è meno asfissiante è giusto ricordare quanto fatto dalla Chiesa in questi mesi complicati. Un numero su tutti dà modo di comprendere quanto sia stato ingente l’aiuto: 237 milioni di euro stanziati per varie iniziative.

Foto dal Web

210 sono stati suddivisi tra le varie diocesi, 8,4 milioni sono stati dati agli ospedale per aumentare i posti letto e le forniture. 10 sono stati stanziati per aiutare economicamente chi era in forte difficoltà. Altri 10 sono alle varie Caritas italiane per permettere di portare la spesa alle famiglie in stato d’indigenza.

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Luca Scapatello

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