Coronavirus, Bassetti: l’Italia è fuori pericolo, non ci sarà alcun lockdown

Si parla tanto di rialzo dei contagi, ma di fatto non bisogna preoccuparsi in alcun modo. L’Italia non è in alcun modo in pericolo, spiega l’infettivologo Bassetti. 

bassetti
Il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti – photo web source

E parlare di lockdown oggi, nelle attuali condizioni, sarebbe del tutto anacronistico, spiega il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti.

Bassetti: pensare a un lockdown in Italia è anacronistico

“Arrivare a pensare solo lontanamente ad un lockdown è anacronistico”, ha affermato in maniera chiara il medico. Spiegando che non si tratta di essere superficiali o approssimativi, in quanto si tratta di valutare bene a fondo ogni singolo paziente. Ma che la situazione generale che si prefigura non dovrebbe mettere nessuno in stato di allarme.

bassetti
photo web source

“Valutiamo caso per caso, poi non lo chiamerei così ma rinforzo delle misure di contenimento”, ha continuato Bassetti. Specificando che “la chiusura totale di marzo-aprile non avverrà mai più, oggi l’Italia non è in pericolo: 200 persone in terapia intensiva su 50mila casi vuole dire 0,5% del totale di pazienti che hanno una malattia leggermente più grave”.

La smentita categoria del medico su ogni allarmismo

In questo modo il medico ha smentito in maniera categorica chiunque in questi giorni abbia parlato o vociferato di possibile ritorno, per il nostro Paese, di uno stato di lockdown generalizzato o anche del ritorno a singole zone rosse, a cause del rialzo in alcune aree del numero di contagi.

photo web source

“Alcune Regioni, al Sud, mi dicono che hanno problemi. Forse perché nei mesi di calo dei casi invece di fare le ‘formiche’ hanno fatto le ‘cicale’, pochi casi non posso mettere in difficoltà un reparto di terapia intensiva“, ha criticato il medico.

Per il medico Bassetti “minacciare chiusure non fa ottenere nulla”

Spiegando perciò che “ora occorre tamponare chi ne ha bisogno, se ci sono realtà dove scoppiano focolai si può intervenire con inasprimento delle misure di controllo e di contenimento”.

Ma che tuttavia non bisogna ad esempio guardare al lockdown deciso in Israele, in quanto “è una situazione completamente diversa dalla nostra. Anche in Francia e in Inghilterra stanno inasprendo le misure di contenimento ma non chiudono nulla”.

Per questo, “minacciare chiusure domani non fa ottenere nulla occorre spiegare alle persone cosa fare. Dobbiamo far sì che tutti si convincano della bontà delle misure che proponiamo, dialogare di più e imporre di meno”.

Giovanni Bernardi

Impostazioni privacy