
L’apostasia è l’abbandono della propria religione, in favore della conversione ad un altro Credo.
In molti paesi è una condanna, se non alla morte, all’esilio. Chi abbandona la religione ebrea o musulmana, il più delle volte, viene emarginato dalla famiglia di origine, costretto a vivere il resto della vita forzatamente da orfano.
Spesso dimentichiamo quanto sia, per noi, facile bere costantemente dal torrente delle grazie e degli insegnamenti di Cristo, ma non per tutti è così.
Ancora oggi, c’è chi, per amore di Cristo, pur di rispondere positivamente alla sua chiamata, deve fare una dura scelta e abbandonare del tutto la sua vita.
Dopo il 2004, in seguito alla morte di sua moglie, molte cose cambiarono nella sua esistenza:
“La nostra famiglia viveva nella precarietà. Ciononostante, lunedì, 6 agosto 2007, ci venne offerta una giornata di vacanza al mare, in Normandia, a Trouville.
E per Setbon rappresentò la spinta che stava cercando.
“Un mese più tardi ho vissuto una sorta di esperienza mistica, di incontro con Gesù Cristo a casa mia, nella mia stanza: l’ho visto come presente! Di lì, grazie all’accoglienza paziente delle Piccole sorelle di Betlemme, mi sono preparato al battesimo. Sono stato battezzato con il nome di Jean-Marie, il 14 settembre 2008. In quanto “apostata” sono stato rinnegato dalla mia famiglia, ma i miei figli, a loro volta, hanno seguito la mia scelta religiosa. Non è un qualche principio del cristianesimo che mi ha convinto, bensì il fatto di aver avuto la grazia di aver “visto” Gesù risorto. Questa esperienza diretta con Cristo mi ha trasformato interiormente e mi ha spinto a chiedere il battesimo”.
Antonella Sanicanti