Convento storico chiuso, frati sfrattati. I cittadini insorgono

La scelta fatta dal Vaticano preoccupa tanti cittadini: il convento seicentesco sta per essere smantellato e dato in gestione a un privato per farci una casa di riposo.

frati sfrattati
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L’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio apostolico, vale a dire l’organismo che si occupa di gestire il patrimonio della Santa Sede, pare infatti sia intenzionata ad affidare a un imprenditore privato la realizzazione di una maxi struttura destinata alla terza età all’interno del meraviglioso complesso secentesco di San Pietro, fatto realizzare nel 1610 dal cardinale Pietro Aldobrandini.

La preoccupazione per il destino della struttura è tanta

La struttura fino ad oggi ospitava funzioni religiose, ma anche padri missionari, giovani preti, associazioni di varia natura, e anche qualche anziano indigente, che non si è mai visto negare un alloggio in questa struttura ricca di storia e impregnata di fede cristiana vissuta da uomini e donne nel corso dei secoli.

Il sindaco della cittadina laziale di Carpineto Romano, Stefano Cacciotti, tenta di rassicura i cittadini, che però sono più che preoccupati. Da domenica scorsa infatti, nell’antica chiesa di San Pietro, non c’è più Messa. Il convento seicentesco, in passato ristrutturato con fondi pubblici, è già stato chiuso.

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Anche la struttura per anziani voluta da Leone XIII sarà smantellata?

Il dubbio che assale la popolazione è che persino la struttura per anziani a portata di tutte le tasche, voluta da Papa Leone XIII, venga ben presto smantellata. Il Vaticano pare ben determinato nel volere affidare il complesso, che sinora ospitava i padri missionari eudisti, a un imprenditore impegnato nella gestione delle Rsa. L’obiettivo di quest’ultimo sarebbe quello di realizzare una maxi struttura, sempre destinata alla terza età. Ma, anche qui, con finalità certo ben diverse da quelle caritative finora adottate.

Il convento si destinò dopo la costruzione ai francescani missionari osservanti, i cosiddetti “zoccolanti“. Per molti anni vi si è instaurato un un centro studi. Lo scorso secolo Leone XIII, originario proprio di Carpineto, decise di dedicarne una parte per la funzione di ospedale, che in seguito prese la funzione di casa di riposo, e venne data in gestione alle suore sacramentine.

In quella struttura tutti gli anziani hanno sempre trovato accoglienza

La popolazione, interpellata sulla questione, assicura che in quel luogo qualsiasi anziano, in particolare chi si trovava in serie difficoltà economiche, ha sempre trovato assoluta ospitalità. All’interno, poi, l’antico chiostro è stato ristrutturato con fondi pubblici, è nell’ex refettorio ora vi è stato ricavato uno storico teatro. Tutti in città si chiedono con grande ansia quale sarà la fine di questo grande patrimonio.

L'antico convento rischia di diventare struttura privata
L’antica chiesa di San Pietro dentro la struttura di Carpineto Romano – photo web source

E c’è chi attacca pesantemente la scelta di destinarlo ad altro. “Chi dovrebbe agire e non lo ha fatto ha una grande responsabilità“, sono le parole dell’ex sindaco Quirino Briganti, riportate da Repubblica. “Spero che ci siano ancora i margini affinché tutto questo venga impedito”. Alcuni si chiedono persino se il Vaticano abbia effettivamente la possibilità di gestire il bene. La proprietà del complesso infatti non è ancora nemmeno ben definita.

Ci si chiede: il futuro del convento è in linea con la Missione cristiana?

Lo Stato infatti l’ha rivendicata sua, tanto che il il San Francesco in meditazione di Caravaggio, scoperto nella chiesa, si trova ora nella Galleria nazionale di arte antica di Palazzo Barberini. Tuona anche l’ex deputato carpinetano Renzo Carella: “Hanno distrutto un teatro, restaurato con soldi pubblici unitamente al chiostro di San Pietro, hanno sfrattato attività, associazioni e anche i giovani preti che esercitavano la loro attività meritoria a favore della comunità credente di Carpineto”.

Mons. Nunzio Galantino e Papa Francesco – photo web source

Ora si passerà quindi alla mobilitazione. Che arriverà di certo sulla scrivania di mons. Nunzio Galantino, ex segretario generale della Cei e ora presidente dell’Apsa. La domanda, che si pongono in tanti, è “se tutto ciò corrisponde a una reale missione che la Chiesa manifesta in tante situazioni analoghe”.

Giovanni Bernardi

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