Congo: dopo la morte di Attanasio e Iacovacci, un altro tragico delitto

Dopo la tragedia dell’Ambasciatore italiano e del Carabiniere uccisi in Congo, un altro drammatico fatto getta ombre sull’accaduto e sulla situazione nel Paese. 

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Non basta infatti la morte dei due uomini che gli italiani hanno pianto di lacrime amare, due uomini simbolo delle istituzioni e della dedizione degli italiani alla solidarietà internazionale e alla cooperazione. Ora pare che ulteriore sangue sia stato gettato in uno dei Paesi più poveri del mondo, la Repubblica democratica del Congo, e c’entra ancora l’operato delle forze italiane in questo luogo vittima di criminalità, miseria e purtroppo spesso anche morte e violenza.

La notizia che getta tutti nel dolore e nello sconforto

Pare infatti che sia stato “ucciso in una imboscata il procuratore che indagava sulla morte del nostro ambasciatore, del carabiniere di scorta e del loro autista nel nord Kivu”. A rendere noto questo macabro evento è stato GeopoliticalCenter, un gruppo di analisi strategica, militare, politica ed economica indipendente basato in Italia, attraverso il loro canale Twitter.

I media congolesi riportano la notizia spiegando che il procuratore si chiamava Mwilanya Asani William ed è stato assassinato in un’imboscata nel territorio di Rutshuru, nel Nord Kivu. Il gruppo mediatico “Mnctv Congo” ha spiegato che la notizia sarebbe stata confermata anche in una nota diffusa dalle forze armate.

Il fatto getta forti ombre su una situazione che non è affatto chiara

In questa vengono attribuite responsabilità a militari ribelli del 3416esimo reggimento. Quello che tuttavia non viene precisato dall’emittente locale è il tipo di lavoro che stesse svolgendo in quel momento il procuratore. Non è dato quindi affermare se stesse lavorando all’inchiesta sull’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio e de carabiniere Vittorio Iacovacci oppure se fosse impegnato in quel momento su altre funzioni.

Tuttavia la notizia, se confermata in definitiva, getta forti ombre su una situazione che non è affatto chiara e su cui bisognerà indagare a lungo per conoscere la verità. Già nei giorni delle esequie dei due italiani, la moglie di Attanasio aveva commentato con dolore che suo marito non è stato abbastanza tutelato dalle Nazioni Unite, a differenza di quanto in realtà le era stato promesso.

Come è avvenuta la triste vicenda che ha portato a un’altra morte

Secondo i primi riscontri il procuratore militare capo del territorio di Ruthsuru, William Hassani, in quel momento era di ritorno da un vertice sulla sicurezza a Goma, capoluogo della provincia orientale congolese del Nord Kivu. L’uomo stava percorrendo la stessa strada sulla quale il convoglio dell’ambasciatore è stato attaccato da un commando armato, che ha portato alla tragica uccisione dell’ambasciatore e del carabiniere, la RN2.

Hassani sarebbe stato quindi diretto a Kaunga. Nella nota riportata in Italia dal quotidiano La Repubblica, l’imboscata sarebbe stata tesa da un gruppo di militari. Questi peraltro, stando a quanto viene scritto, “stavano vessando la popolazione innalzando barricate lungo la strada per razziare i villaggi indisturbati”. Nel momento in cui hanno visto il convoglio hanno così aperto il fuoco con cui hanno ucciso Hassani e ferito alcuni soldati che lo accompagnavano.

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Come sono andate davvero le cose? Che il Signore fermi la strage

Che ci sia dietro l’uccisione un terreno minato di interessi criminali, o che qualcuno abbia tradito l’ambasciatore e la sua squadra per puri interessi economici, è un dato certamente possibile. Come anche, tra le ipotesi al vaglio, c’è l’idea che gruppi criminali locali, o persino terroristici, avrebbero potuto volere compiere un atto fortemente simbolico dal punto di vista internazionale, e mandare un messaggio chiaro.

Sarà veramente così? La verità di quegli eventi non è ancora possibile saperla, ma resta il dolore per due vite umane perdute, ora accolte tra le braccia degli Angeli in Cielo. Preghiamo il Signore perché possa ristabilire giustizia in questa terra e fare in modo che non venga versato altro sangue innocente, perché di tutto ciò non ne abbiamo veramente alcun bisogno.

Giovanni Bernardi

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