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Il Vangelo del Giorno

Commento alla Parola di oggi: “I tuoi discepoli non digiunano?”

“Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Questa la Parola del Signore di oggi tratta dal Vangelo secondo Matteo.

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Gesù spiega ai discepoli di Giovanni che il digiuno non può essere osservato quando si celebra la venuta del figlio di Dio.

Uno dei discepoli di Giovanni Battista si avvicina a Gesù Cristo e gli chiede come mai i suoi non rispettano il periodo di digiuno come tutti gli altri giudei. Il Messia gli risponde spiegando che in quel momento i suoi seguaci non avevano alcuna ragione per digiunare, visto che erano partecipi alla Missione del Figlio di Dio e ne stavano di fatto festeggiando la presenza sulla Terra. Il tempo del digiuno sarebbe giunto in seguito, quando il loro Maestro – lo “Sposo”- non sarebbe stato più in mezzo a loro.

Dal Vangelo secondo Matteo (9, 14-17):

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Commento alla Parola di oggi

La Parola del Signore di oggi mira a donare un nuovo significato e a sublimare il concetto di digiuno. Per gli antichi, infatti, il digiuno era una pratica di purificazione per avere un approccio più intimo con la divinità. Lo si faceva in periodi specifici e per questo motivo i discepoli di Giovanni entrano in aperto conflitto con quelli di Gesù. Quando gli chiedono per quale motivo non osservino il digiuno gli risponde Cristo.

Egli utilizza la metafora delle nozze e si definisce lo sposo per fare comprendere che l’annunciazione del Regno dei Cieli era motivo di festeggiamento. Quindi spiega loro che quando si festeggia non è sensato né plausibile digiunare. Il tempo del digiuno arriverà quando il Messia verrà strappato dalla sua vita terrena e condannato a morte. Dopo la Passione di Cristo, il digiuno assume il significato di attesa. Esso viene giustificato da un’assenza, da un lutto, da un distacco forzato e lo si pratica per alimentare la fede e la gratitudine verso colui che si è sacrificato per la nostra salvezza.

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Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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