Come riconoscere l’anticristo?

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C’è soltanto Giovanni che parla dell’anticristo in due delle sue epistole.
Quando Giovanni parla dell’anticristo, lo presenta come un protagonista della fine dei tempi o come qualcuno che gli è contemporaneo ?
Quando Giovanni parla dell’anticristo, lo presenta come un leader politico ?
Quando Giovanni parla dell’anticristo, lo associa a un nuovo ordine mondiale ?
Quando Giovanni parla dell’anticristo, lo associa alla persecuzione dei cristiani ?
Quando Giovanni parla dell’anticristo, lo associa ad una seduzione ?

1 Giovanni 2:18  Fanciulli, è l’ultima ora. E, come avete udito, l’anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l’ultima ora.

1 Giovanni 2:22-23  Chi è il mendace (bugiardo), se non colui che nega che Gesú è il Cristo? Costui è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre.

1 Giovanni 4:3   E ogni spirito che non riconosce che Gesú Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’Anticristo che, come avete udito, deve venire; e ora è già nel mondo.

2 Giovanni 1:7   Poiché sono apparsi nel mondo molti seduttori, i quali non confessano che Gesú Cristo sia venuto in carne; questi è il seduttore e l’anticristo.

Se vogliamo sapere cosa sia per Giovanni l’anticristo, più che all’Apocalisse dobbiamo guardare alle sue prime due lettere. E’ qui che il termine anti-cristo, coniato da Giovanni, compare per la prima volta; esso significa: “Colui che è contro Cristo” ossia “colui che nega che Gesù è il Cristo” (1Gv 2, 22). Il brano fondamentale sta un po’ prima: “Figlioli, è l’ultima ora, e avete udito che un anticristo deve venire, ma ora molti anticristi sono apparsi; da ciò riconosciamo che è l’ultima ora. Di mezzo a noi sono usciti, ma non erano di noi; se fossero stati di noi, sarebbero rimasti con noi; ma doveva essere reso manifesto che loro, tutti quanti, non sono di noi” (1Gv 2, 18-19). Ecco, dunque, la prima caratteristica dell’avvento dell’anticristo: si tratta di un evento ecclesiale, prima che politico. L’anticristo come figura misteriosa, ancora non precisata, la cui venuta viene descritta anche da Paolo (2Tess 2, 7-8) come uno dei segni degli ultimi tempi, assume nelle lettere di Giovanni dei connotati storici precisi. Coincide con il manifestarsi della prima dolorosa frattura nel seno della comunità cristiana. Gli anticristi sono i primi eretici, come gli gnostici, coloro cioè che hanno rotto l’unità della comunità attorno a Cristo. Il loro è il delitto più grave, quello che Giovanni chiama “peccato d’iniquità”: essere contro Gesù Cristo. Non riconoscere Gesù venuto nella carne, e quindi, come spiega anche la seconda lettera, voler andare oltre: “Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non possiede Dio” (2Gv 9). Nella prima lettera, la figura dell’anticristo viene menzionata insieme agli altri due antagonisti dei cristiani: il maligno (“Ve lo scrivo, giovani: avete vinto il maligno”, 1Gv 2, 13), e il mondo (“Non amate il mondo, né ciò che è nel mondo”, 1Gv 2, 15). Tra questi tre soggetti c’è un legame stretto: le singole persone, definite anticristi, che rinnegando Gesù Cristo hanno provocato la divisione della comunità, rappresentano un potere collettivo, il mondo, che si è chiuso all’amore del Padre ma che è ispirato dal potere del maligno. In questo senso l’anticristo, in quanto ispirato dal maligno, cioè satana, svela la sua dimensione essenziale, escatologica, che ci riconduce all’Apocalisse. L’evento ecclesiale dello scisma per eresia viene svelato nella sua drammaticità di evento escatologico: dietro il delitto degli anticristi c’è l’azione del maligno nella sua lotta contro il regno messianico. Un’opposizione destinata alla sconfitta, perché il maligno sa che il Signore ha già vinto. Ma proprio l’approssimarsi del rivelarsi definitivo della vittoria rende il diavolo più rabbioso nella persecuzione dei discepoli di Gesù lungo la storia: “Esultate dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo” (Ap 12, 12).

“Vorrei vivere ai tempi dell’anticristo” scriveva la piccola Teresa nel suo letto d’agonia. Non vi è dubbio che la Carmelitana che si era offerta vittima d’olocausto all’amore misericordioso, intercederà per noi in modo particolare quando si ergerà l’anticristo; non vi è dubbio che interceda già in maniera speciale in questa nostra epoca nella quale i precursori dell’anticristo sono già penetrati in seno alla Chiesa; non vi è dubbio che la sua preghiera si perde in una supplica che è, per così dire, infinitamente più potente e cioè quella della Vergine Madre di Dio. Lei, che schiaccia il serpente per mezzo della Sua Immacolata Concezione e della Sua maternità verginale, Lei, che vien glorificata fin nel Suo corpo e regna nel cielo accanto al Figlio Suo. Lei che domina qual sovrana tutti i tempi della nostra storia e particolarmente i tempi più pericolosi per le anime: i tempi della venuta dell’anticristo o quelli della sua preparazione tramite i suoi diabolici precursori.

Quel che induce al peccato ed è peccato già in sé è il falso rispetto umano, di cui peccò già Adamo (Gn 3,6.12). Non solo non dobbiamo subirlo, ma dobbiamo essere profeti veri che si regolano secondo la parola di san Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo (mondo), ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (Rm 12,2). Non seguendo i falsi profeti, accomodanti, che tentano di praticare sconti sulla dottrina e la morale di Cristo, per piacere agli uomini, dispiacendo a Dio, dal quale verranno giudicati, al quale dovranno rispondere (cfr. 2Cor 5,10; Rm 14,10-13; Gal 6,4-5), perché “responsabilità” vuol dire questo.

In conclusione: Dio manda i profeti, i quali parlano a nome Suo, denunciando i peccati, perché gli uomini possano rendersene conto e pentirsene e trovare la salvezza in Cristo. Ma alcuni auto invitati si spacciano per profeti, mentre non lo sono, “pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono né alcuna di quelle cose che danno per sicure” (1Tm 1,7).

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