Chi sono i Giuseppe famosi che oggi festeggiano l’onomastico

Scopriamo quali sono i personaggi che portano il nome di Giuseppe e che si sono distinti per le loro particolari attitudini.

San Giuseppe
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Laici, persone dello spettacolo e uomini di Chiesa che, portando il nome del Santo Giuseppe, hanno fatto della loro vita un esempio, sia cristiano che civile, al servizio degli altri, ognuno nel proprio campo di competenza. Ne abbiamo scelti alcuni.

San Giuseppe e coloro che portano il suo nome

San Giuseppe: l’uomo che ha cresciuto Gesù, il suo padre putativo. Ma anche colui che gli ha insegnato il mestiere di falegname, che l’ha portato in salvo in Egitto insieme a sua madre Maria…insomma un vero e proprio pilastro nella vista del giovane Gesù.

Tanti oggi sono coloro che portano il nome di questo Santo, siano loro laici o del mondo della Chiesa. Tutti hanno in loro un qualcosa che ricorda lui, che fa sì che la loro personalità rispecchi (chi in più, chi in meno) le qualità del Santo.

Abbiamo scelto tre “Giuseppe” che vengono da tre ambiti completamente diversi. Ma in ognuno di essi ritroviamo qualcosa che ci ricordi a pieno il Santo di Nazareth.

Giuseppe Fiorello: “Un percorso spirituale in crescita”

Giuseppe Fiorello: attore, fratello di Rosario Fiorello. Cresciuto ad Augusta, in provincia di Siracusa, inizia a muovere i primi passi nel mondo della radio, prima di approdare in tv. Prima di arrivare al grande successo con il mondo della fiction, è passato anche per il mondo del cinema. Ma è stato il piccolo schermo a tributargli il successo che meritava. Uno dei suoi più grandi successi è stata la miniserie “Giuseppe Moscati”, sulla vita e sull’operato del medico napoletano, proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.

giuseppe fiorello
Giuseppe Fiorello – photo web source

Il suo portare in scena la vita del Santo medico, e del suo operare anche gratuitamente, per i più poveri ed abbandonati della città di Napoli, ha fatto di Giuseppe Fiorello uno degli attori che al meglio è riuscito a incarnare lo spirito di misericordia di un uomo che, da laico, diventerà un uomo di Chiesa.

Un uomo che, come ha raccontato in un’intervista al programma “A Sua Immagine”, ha una fede in crescita: “Il mio percorso spirituale è ancora in fase di crescita e ricerca, nonostante non sia più giovanissimo. Sento che la curiosità verso la fede mi stimola molto di più. Per me consiste nell’ascoltare gli altri, rispettare il prossimo e non imporsi mai. Cerco sempre di essere scelto e, quindi, amato […] Ho un amore speciale per San Francesco: la sua umiltà e il suo esempio mi hanno sempre emozionato”;

Giuseppe Povia: “Un segno da Padre Pio e il mio ritorno alla fede”

Giuseppe Povia: cantautore, vincitore del festival di Sanremo nel 2006. L’anno precedente, aveva già calcato il palco dell’Ariston, con una canzone il cui ritornello è entrato nella testa di tutti: “Quando i bambini fanno ohhhh”. Un brano che è stato abbinato a un’iniziativa benefica per i bambini del Darfur, il “progetto Avamposto 55”, che prevedeva la costruzione di un ospedale e una scuola a Nyala.

Le canzoni di Povia hanno sempre avuto temi molto toccanti: a Sanremo 2010, si presentò con una canzone dal titolo “La verità”, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro. Il brano, inizialmente sospettato di essere contrario all’eutanasia, si rivela in realtà non schierato a favore o contro, tanto da suscitare una critica da parte del Cardinale José Saraiva Martins che lo definì “un inno all’eutanasia”. Prima che il testo venisse diffuso, Povia ha spiegato di aver chiesto al padre di Eluana il consenso per cantare il brano.

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Giuseppe Povia – photo web source

Un cantante che ha trovato, però, la fede grazie a Padre Pio: “Io sono sempre stato vicino alla fede. Quando ero piccolino andavo in chiesa, mia mamma mi portava con lei e se non andavo a messa non potevo giocare a pallone. Con il tempo crescendo, dopo il catechismo, mi sono allontanato, forse anche perché ascoltavo ma non capivo davvero”.

Dalla depressione, agli attacchi di panico, al ritorno alla fede: “Nel 1997, o forse era il ’98, ho avuto un segno da padre Pio […] Quel giorno in tutto il palazzo hanno cominciato a vociferare che si sentiva il profumo di padre Pio. Venne un gruppo di signore a bussarmi alla porta per dirmi che c’era molto forte questo profumo di rose. Un odore intenso che io non sentivo, mentre loro continuavano ad affermare che me lo sentivano addosso. Dicevano che veniva da me e che era il profumo di padre Pio”.

L’inizio di una fede che, da quel giorno, è cresciuta sempre di più, grazie proprio al Santo Frate di Pietrelcina;

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Giuseppe Noia: “Una vita per la salute della madre e del bambino”

Giuseppe Noia: medico ginecologo, direttore dell’Hospice Perinatale, Centro per le Cure Palliative Prenatali “S. Madre Teresa di Calcutta” del Policlinico Gemelli di Roma. Da 40 anni, il professor Noia lavora per la salute della donna e del bambino. È un medico convinto che i margini per ridurre (se non azzerare completamente) l’aborto terapeutico esistono e vanno perseguiti con coraggio e determinazione. “Ma che terapia è un intervento che uccide il figlio e danneggia gravemente la madre?” – ha affermato, il medico, con convinzione.

Come medico ho studiato, ho lavorato ed ho fatto ricerca affinchè fossi un medico della vita e non della morte. Se la scienza mi dimostra che l’essere umano è relazionato alla madre, sin dal momento in cui il gamete maschile con quello femminile s’incontrano, c’è già una relazione, e questo viene confermato anche dai più grandi embriologi del mondo: l’essere umano nasce al momento del concepimento.

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Giuseppe Noia – photo web source

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Se tutte queste osservazioni sono evidenti, non c’è bisogno di essere cattolici per dire che la maternità è un valore talmente bello e grande da doverlo difendere […] L’aborto oltre che essere un atto disumano, è pieno di menzogna sia scientifica che umana, è un affronto contro l’azione creatrice di Dio” – afferma a spiegazione della sua scelta di vita e di operato medico.

Tre uomini, tre Giuseppe accomunati da una cosa, la più importante di tutte: la fede in Dio.

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ROSALIA GIGLIANO

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