Chi era l’Angelo che proteggeva Natuzza quando il diavolo la tentava?

La mistica Natuzza Evolo ricevette in “assegnazione” un Angelo protettore, per una ragione molto precisa che riguardava la sua vita in alcuni particolari momenti in cui si trovava a vivere delle tentazioni molto forti. 

Nei suoi scritti, infatti, la nota mistica calabrese a un certo punto rivelò chi fosse davvero il suo angelo custode, aggiungendo informazioni su alcuni speciali consigli che questo le offrì in alcuni particolari momenti bui della sua vita.

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Nessuno lo immaginerebbe, ma fu la stessa Natuzza Evolo ad ammettere che in realtà lei stessa viveva moltissime tentazioni durante la sua vita, al punto che il Signore, con il quale aveva senza dubbio un rapporto “privilegiato” viste anche le numerose esperienze mistiche e sovrannaturali di cui fece esperienza, le arrivò ad assegnare un angelo custode davvero potente.

La mistica calabrese raccontò il fatto dopo anni

Nei suoi scritti, la mistica calabrese spiegò infatti tutto questo. La donna si trovò infatti a colloquiare con un angelo, che le fece una raccomandazione. Quella di essere “sempre buona, umile e caritatevole”. Lei, al sentire queste parole, chiese come avrebbe potuto vivere davvero questo tipo di carità, visto ad esempio il fatto che insieme a suo marito stavano vivendo un momento di grande ristrettezza economica.

Non avevano denaro sufficiente nemmeno per mantenersi. La risposta dell’angelo la colse di sorpresa. Fu un vero e proprio invito ad amare senza misura Dio e il prossimo, una vera e propria benedizione che l’angelo celeste inviò sulla vita di Natuzza. “E’ meglio essere povera di ricchezze terrene e non di animo e di fede; pregare per tutto il mondo è la migliore carità”, le disse l’angelo.

Ma chi era questa figura celestiale che le rivolgeva tali raccomandazioni? Ebbene si trattava di San Michele Arcangelo, il principe dei cherubini, posto da Dio a capo della milizia celeste.

Aggiungendo: “Di a tutti i fedeli di Maria che preghino se vogliono che il Divin Re Salvatore dia soddisfazione ai loro cuori”. Parole che furono suffragate anni dopo, alla metà degli anni Quaranta, da un altro messaggio ancora più circostanziato. Erano passati venti anni da quell’incontro speciale, e stavolta a parlare è nientemeno che San Michele Arcangelo. “Non vi è cosa più bella in questa Terra che amare Dio con tutto il cuore. E in punto di morte il più grande rimorso è di non essere santi”, le disse l’angelo.

I colloqui di Natuzza con Gesù e l’identità del suo Angelo

“Minuto per minuto fare tutto per amore”. Da allora i colloqui di Natuzza con il suo angelo custode furono numerosi. La mistica calabrese si rivolse infatti spesso a lui chiedendo di sostenere i bisognosi, ma anche per domandare spiegazioni su alcuni fatti e su alcune cose del mondo e della vita che la donna da sola non riusciva a comprendere.

Ma non ne parlò mai con nessuno: a lungo Natuzza tenne per lei questo straordinario segreto, e l’identità del suo angelo custode con cui intratteneva importanti dialoghi, facendosi accompagnare nella sua dura ma importante missione di testimonianza del Vangelo e della fede. Fu Gesù che in un messaggio affidatole nella Quaresima del 1996 citò l’identità dell’angelo di Natuzza affinché venisse resa nota. A quel punto la mistica non poté più fare a meno di rivelare a tutti questo straordinario segreto.

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Nel momento in cui le chiesero però spiegazioni, Natuzza non parlò di questo fatto come di una particolare distinzione o di un privilegio che le fu concesso, ma come di un rimedio a un aspetto della sua vita. O meglio, del fatto che la donna aveva molte tentazioni. “È perché io ho molte tentazioni”, spiegò la Evolo con grande umiltà. La realtà è che San Michele protesse Natuzza anche durante le aggressioni più terribili del demonio nei suoi confronti, ad esempio quando subiva aggressioni anche sul piano fisico, testimoniate da fratture e ferite.

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