Chi è la giovane coraggiosa mamma annoverata tra i nuovi Santi?

Nuovi volto si apprestano ad arricchire le schiere in Paradiso per guidarci nel nostro cammino. Ecco la commovente storia di una madre impavida.

Maria Cristina Mocellin
Maria Cristina Mocellin – photo web source

Lei si chiamava Maria Cristina ed aveva solo 26 anni quando decise di donare la sua vita per salvare quella del suo bambino. Un esempio di amore immenso verso la creatura che portava in grembo, consapevole, poi, del fatto che non l’avrebbe però vista crescere.

I nuovi Venerabili della Chiesa

Una giovane mamma, un frate e la figlia di due, già, Beati: questi sono i profili di coloro che saliranno agli onori degli altari. Papa Francesco ha, infatti, dato autorizzazione a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche di Maria Cristina Mocellin, di Enrica Beltrame Quattrocchi e di fra Placido Cortese.

Sono loro i nuovi Venerabili Servi di Dio annunciati ieri, durante l’udienza di Papa Francesco, dal Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Una mamma che dona la sua vita: Maria Cristina

Una storia che colpisce il cuore per ognuno di loro. Tutti hanno donato, chi in un modo, chi in un altro, la loro vita a Dio e al prossimo. La più giovane aveva solo 26 anni. La vita di Maria Cristina Mocellin si affianca, per le sue virtù eroiche, a quelle di Santa Gianna Beretta Molla e a quella di Chiara Corbella.

Una vita che l’aveva portata, all’inizio, durante gli anni del liceo, ad iniziare il cammino di discernimento vocazionale nella comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di don Bosco. Sentiva dentro di sé una chiamata, ma sarà l’incontro con suo marito Carlo a farle comprendere che la sua chiamata era voluta, sì, da Dio, ma alla vita coniugale.

Il tumore e la sua terza gravidanza

Un sarcoma alla gamba sinistra e tutte le difficoltà e le terapie che questo male comportava, non distraggono Maria Cristina dal suo intento di sposarsi e di concludere i suoi studi. Nel 1991, lei sposa Carlo e arrivano i primi due figli.

Ma è quando scopre di essere incinta del terzo figlio che Maria Cristina si trova davanti a sé la prova più dura: il ripresentarsi della malattia e la scelta, nonostante tutto, di proseguire la sua gravidanza. “Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. Riccardo, sei un dono per noi” – scriverà, poi, in una lettera, a suo figlio Riccardo, quel terzo bambino che di lì a poco arriverà.

Il bambino nascerà sano, ma Maria Cristina morirà a soli 26 anni. Una scelta consapevole la sua, che le ha permesso di esser fedele e seguire, così, il disegno che Dio aveva tracciato per lei.

Enrica Quattrocchi, figlia di due coniugi già Beati

Insieme a Maria Cristina, saranno Venerabili anche Enrica Beltrame Quattrocchi, figlia di Luigi e Maria, i primi due coniugi beati. Enrica voleva anche lei consacrarsi a Dio come avevano già fatto due suoi fratelli e una sua sorella. Ma Dio aveva in mente altro per lei.

Enrica Beltrame Quattrocchi – photo web source

Enrica ha accompagnato i suoi genitori sino all’ultimo, si è dedicata al volontariato con le Dame di San Vincenzo, soprattutto nelle zone più difficili di Roma. L’insegnamento sarà la sua strada, anche se la sua vita sarà segnata da difficoltà, sia fisiche che economiche, non perderà mai il suo sguardo verso Dio, mai abbandonando la preghiera né la Messa quotidiana.

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Il frate che donò la sua vita per salvare i perseguitati

Fra Placido Cortese, invece, uomo paziente e completamente donato a Dio, sarà martire durante la Seconda Guerra Mondiale, per mano delle SS.

Su incarico del Nunzio Apostolico, infatti, durante il conflitto mondiale, ha dato assistenza spirituale e morale agli internati croati e sloveni nei campi di concentramento italiani. Si prodigò anche, dopo l’armistizio del 1943, nel facilitare la fuga degli ex-prigionieri alleati e di coloro che erano perseguitati dai nazisti.

Fra Placido Cortese – photo web source

L’8 ottobre 1944 venne attirato fuori dalla Basilica di Sant’Antonio e fu portato nella caserma delle SS a Trieste. Qui morì in seguito alle durissime torture subite.

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ROSALIA GIGLIANO

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