Il monito dei vescovi italiani in tempo di pandemia ai tanti giovani distanti dalla fede: è necessario “confrontarsi con le grandi domande della vita”.
A questo serve l’insegnamento della religione cattolica, con la quale gli studenti possono toccare con mano il valore profondo dell’esistenza umana e di ogni momento vissuto. Il senso della vita e della morte, dell’amore e della passione, argomenti che i giovani vedono sempre più lontani e incomprensibili, e che per questo hanno sempre più bisogno di toccare con mano.
Il messaggio ai giovani italiani: affrontare le grandi domande della vita
Nel messaggio che i vescovi italiani hanno pubblicato per l’insegnamento della religione cattolica lo scrivono con grande chiarezza. “Chi siamo? Quale storia ci ha preceduto? Cosa dobbiamo fare per il presente nostro e dei nostri cari? Perché il dolore e la morte? Cosa possiamo sperare per il futuro in questa terra e dopo?”, sono le questioni che vanno affrontate e al più presto.
Con la consapevolezza che “ognuno deve trovare la sua risposta“. L’insegnamento della religione cattolica “si pone proprio nell’orizzonte degli interrogativi esistenziali, che sorgono anche nei nostri ragazzi”, spiega la presidenza della Cei. In modo ancora più deciso e radicale in un tempo complesso come quello che si sta vivendo, segnato profondamente dalla pandemia.
Nel dolore si cresce e si scoprono le grandi domande
Nel mezzo delle difficoltà dovute al Covid, la proposta della Chiesa italiana va quindi nella direzione di un invito ai giovani ad approfondire con sempre maggiore rigore e serietà i temi riguardanti la fede e la possibilità di salvezza che Cristo ha donato all’umanità.
“In un tempo in cui la pandemia da Covid-19 ci sta ponendo di fronte problemi inediti per l’umanità, pensiamo che le generazioni future potranno affrontare meglio anche le sfide nel campo dell’economia, del diritto o della scienza se avranno interiorizzato i valori religiosi già a scuola”, scrive la Cei.
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Serve una preparazione più solida in ambito religioso
“Una solida preparazione nell’ambito religioso consente di apprezzare il mondo guardando oltre le apparenze, di non accontentarsi delle cose materiali puntando piuttosto a quelle spirituali, di confutare le false superstizioni escludendo ogni forma di violenza in nome di Dio, di allenarsi al dialogo sempre rispettoso dell’altro, di formare una coscienza matura imparando a crescere tenendo conto degli altri e soprattutto dei più deboli”.
Basta fare una piccola riflessione su tutto quello che, dal punto di vista culturale, ruota intorno a ciascuno di noi, specialmente per ciò che riguarda il nostro Paese, la nostra storia e quella di tutto l’Occidente. Ponendosi alcune semplici domande.
“Che cosa sarebbe l’arte senza la Cappella Sistina di Michelangelo, la poesia senza la Divina commedia di Dante, la musica senza la Passione secondo Matteo di Bach, la letteratura senza i Promessi sposi di Manzoni, l’architettura senza il Duomo di Milano, la filosofia senza Kierkegaard? Cosa sarebbe l’amore senza il Cantico dei cantici, la dignità umana senza le parole di Gesù sui poveri nei Vangeli, la felicità senza il Discorso della montagna del Vangelo di Matteo?”.
Giovanni Bernardi