Calo delle vocazioni: dramma dell’Occidente. La Chiesa si interroga

Il cardinale Betori ha affermato che a Firenze il prossimo anno non ci sarà nessuno che entra in seminario. Sul calo di vocazioni urge una forte riflessione.

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La triste presa d’atto dell’arcivescovo di Firenze è arrivata in una una videoconferenza con la stampa, organizzata per gli auguri di Natale. “La considero una delle ferite più grosse del mio episcopato, perché feci un’ordinazione di sette nuovi preti, l’anno successivo al mio ingresso nel 2009, e quest’anno non ne ho fatto nessuno; il prossimo anno ne faremo uno, un ragazzo del gruppo dei neocatecumenali”, ha spiegato il cardinale.

La drammatica presa d’atto del vescovo di Firenze, il cardinale Betori

Betori ha parlato di “una situazione veramente tragica”. Tuttavia il porporato ha provato a dare una sua interpretazione. “Non è meno tragica di quella dei matrimoni, e in genere dei progetti di vita”. “Il problema della crisi vocazionale al sacerdozio sta all’interno di una crisi vocazionale della persona umana”, ha spiegato.

Il punto messo in luce dal cardinale è che “la cultura nella quale viviamo è una cultura del provvisorio”. Per cui “una vita che vuole tante esperienze non può essere una vita che si consacra a una finalità, a uno scopo. Vale per il matrimonio, per il sacerdozio, per tutte le scelte delle persone”.

“La condizione del prete oggi è meno attraente”. Serve una riflessione

Betori ha quindi spiegato che “la condizione del prete oggi è meno attraente rispetto a quello che poteva essere in passato, e certe vocazioni forti, sia alla vita del sacerdozio ma anche all’impegno laicale, è chiaro che oggi trovano meno humus nella società contemporanea”.

Il cardinale, nel dare conto di questa notizia più che tragica, era certamente sincero. Non ci sarà infatti nemmeno un solo seminarista, e questo non può che colpire fortemente la Chiesa nel suo stesso cuore. Non c’è infatti solo Firenze, ma anche l’intera Italia, o meglio l’Occidente.

Nel mondo il numero di sacerdoti aumenta. In Occidente cala

Questo perché se si guarda altrove, ovvero nell’intero Pianeta, il numero dei sacerdoti cattolici non solo non va verso l’annientamento, anzi. La dinamiche è esattamente opposta. Il numero di sacerdoti cattolici, nel mondo, è aumentato negli ultimi decenni. Dal 1975 ad oggi, l’incremento registrato è di diecimila unità, da 404.783 a 414.582.

Le ordinazioni sacerdotali, globalmente, crescono ogni anno. Ciò sta a significare che non si tratta di un problema del cattolicesimo in generale, ma della Chiesa in Italia, in Europa e in Occidente. Non mancano le vocazioni, manca la fede nelle nostre terre. Dio è scomparso dall’orizzonte della società, per questo non rientra nei piani degli uomini e delle donne che da giovani diventano adulti.

Il dibattito sul calo delle vocazioni parta dalla secolarizzazione

Il dibattito che va aperto a questo proposito riguarda infatti la secolarizzazione in Occidente, la cultura sempre più atea, laicista e anti-religiosa. Sono decenni che in Italia i seminaristi si riducono, come sono altrettanti decenni che nel dibattito pubblico il discorso sul sacro, sulla fede e su Dio si va eclissando. Secondo alcuni, il calo delle vocazioni in Occidente risale indietro di almeno qualche secolo, con la rivoluzione illuministica e la caduta dell’Ancien régime.

Di tutta risposta, oggi, nel mondo cattolico occidentale non si registrano forti risposte a questa dinamica. La si vive perlopiù in silenzio, con tristezza, a tratti timore, spesso sconforto. Non si sa come reagire, e ci si nasconde dietro la “nuova stagione” della Chiesa più attenta al sociale, al discorso del mondo, alle tematiche della secolarizzazione.

La riflessione necessaria sul calo delle vocazioni: Chiesa aperta o vera?

Ma forse, è il giudizio di molti, non è esattamente così che la Chiesa e la cattolicità sarà capace di attrarre a sé uomini e donne. Non è così che ci si fa pescatori di uomini, non di certo inseguendo il mondo tout-court. Altrimenti, tra la copia e l’originale, anche se di una cosa sbagliata, si sceglierà pur sempre l’originale.

Oggi da questo punto di vista la Chiesa vive una crisi profonda, drammatica. Che dovrebbe invitare se non a un vero e proprio ripensamento, almeno a una forte riflessione in merito. Interrogarsi sulle cause, comprendere le conseguenze, immaginare come reagire. Predisporre un piano per confrontarsi seriamente con questa dinamica fortemente negativa.

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Il mondo oggi è ben distante dalla Chiesa, e sono sempre più quanti sostengono che gli unici ad avere un numero ancora accettabile di vocazioni sono quei gruppi, ordini, congregazioni meno accondiscendenti alle logiche del mondo. Al contrario, più si vive la fede con ortodossia, più la proposta diventa attraente per i giovani che vogliono dedicare la loro vita al Signore imboccando un cammino nuovo, diverso da tutto il resto.

Giovanni Bernardi

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