Blanco: la scelta della CEI d’invitarlo scatena un’aspra polemica

Ci si chiede perché sia stata fatta quella scelta, e se queste presenze semineranno qualcosa di buono nel cuore dei migliaia di giovani che accorreranno da tutta Italia, oppure no.

All’incontro tra Francesco e tanti giovani cattolici che avrà luogo in piazza San Pietro di lunedì 18 aprile, è stata confermata la partecipazione di diverse personalità della musica e dello spettacolo, per la gioia dei ragazzi.

Blanco
Il rapper Blanco – photo web source

È il caso della partecipazione in piazza San Pietro del cantante vincitore di Sanremo Blanco, che in quanto rapper non è certamente visto come un “ragazzo modello”, con dei comportamenti aderenti al una condotta di vita cristiana. Tatuato, spesso a petto nudo, indossando i vestiti più eccentrici, spesso da donna, lanciati dalle fan sotto il palco.

L’annuncio della Cei che sta facendo discutere

L’annuncio dato dalla Cei, e dal responsabile del Servizio nazionale di pastorale giovanile don Michele Falabretti ha così colto molti di sorpresa. Tuttavia il quotidiano Avvenire nei giorni scorsi spiegava che il ragazzo, al secolo Riccardo Fabbriconi, originario della provincia bresciana, è cresciuto in parrocchia, ha una passione per il calcio (militava nella squadra locale) e solo alla fine ha lasciato tutto per la sua passione, la musica.

Ma la canzone vincitrice di Sanremo, in coppia con il cantante Mahmood, è sembrata non andare giù a tutti. Sicuramente non a don Matteo Selmo, diventato virale su Youtube e Tiktok dopo averla accennata dall’altare della sua parrocchia durante l’omelia. Di opinione opposta è tuttavia il vescovo di Sanremo Antonio Suetta, estremamente critico anche nei confronti delle ultime edizioni dello storico Festival musicale della sua città, in particolare quest’anno con la performance giudicata blasfema di Achille Lauro.

Anche in questo caso, Mons. Suetta non vede affatto bene la presenza di Blanco su quel palco. “L’ho accolta con grande sorpresa negativa, per due ragioni. Primo, non ritengo che il personaggio sia un modello adeguato per un’iniziativa cattolica rivolta ad adolescenti”, ha affermato il vescovo alla Nuova Bussola quotidiana.

La presenza del rapper Blanco non è condivisa da Mons. Suetta

“È evidente che il messaggio veicolato dalle performance di Blanco non è idoneo a un contesto cattolico. Se l’intrattenimento ha lo scopo di preparare i ragazzi all’incontro con il Santo Padre e alla preghiera, troverei più consono invitare artisti nell’ambito della musica cristiana, e ce n’è una valanga”, ha così motivato la sua opinione il prelato.

Mons. Suetta – photo web source

“Oppure, meglio ancora, alternare canti a testimonianze di vita (come previsto per esempio con Mattia Piccoli), dato che l’incontro è per i ragazzi sia motivo di divertimento sia un’occasione formativa”, ha aggiunto, prima di una considerazione che non lascia spazio a molte interpretazioni. “Trovo imbarazzante che un personaggio che chiaramente è diventato un’icona – soprattutto dopo la sua vittoria al Festival insieme a Mahmood – di un certo modo di concepire la vita, la libertà, l’affettività, eccetera, si esibisca in Piazza San Pietro”, ha detto Mons. Suetta.

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“Ho visto anche una foto di lui praticamente in mutande, con la mano si strizza gli organi genitali. Io capisco che il mondo è precipitato nella volgarità, ma noi, come Chiesa, dobbiamo avallare la volgarità?”, domanda il vescovo. “Tante volte parliamo dell’arte come via di bellezza, abbiamo un patrimonio artistico enorme, con molteplici espressioni: pittura, scultura, architettura, musica, letteratura; la Chiesa ha sempre usato questi mezzi per elevare lo spirito, illuminando le mode e i diversi stili dei tempi. Ma possiamo chiamare “arte” performance di quel tipo?”.

Perché non chiamare una figura che dia testimonianza di fede?

In sostanza, l’opinione del religioso sulla decisione presa da coloro che hanno organizzato il concerto in piazza San Pietro è estremamente negativa. “È una cosa che imbarazza, crea preoccupazione e disagio”, ha spiegato, parlandone come di “qualcosa che letteralmente ostacola il cammino”. La sua impressione è “che questi scivoloni derivino da un malinteso concetto di dialogo”, che “presuppone l’incontro di due identità mature”.

Il dubbio del vescovo è certamente legittimo. Visto che tanti ragazzi, quasi sessantamila ad oggi, hanno aderito a questa splendida giornata, in cui il Papa porterà solo senza dubbio una parola buona, questa certamente “cadrà su un terreno già abbastanza predisposto”. “Che senso ha allora tirare prima erbacce o pietre sullo stesso terreno? O semplicemente fare un po’ di confusione?”, si chiede allora Mons. Suetta.

giovani san pietro
photo web source

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L’idea, in conclusione, è che “ci sono anche cantanti, artisti che mettono in gioco la propria vita per rendere una testimonianza cristiana. Prendendo spunto da tante proposte da cui i nostri ragazzi sono quotidianamente bombardati, potrebbero aiutarli a leggerle in maniera simpaticamente critica. Ricordiamo che la proposta evangelica si pone in antitesi alla sapienza del mondo. La luce del Vangelo illumina le tenebre del mondo”.

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