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Il bimbo è morto 18 mesi fa. Arriva la busta, per l’Asl la causa è il Coronavirus

Un papà ha perso il suo bimbo appena nato 18 mesi fa, per una malformazione congenita. Ora arriva una lettera dell’Asl in cui si dice: è morto per Coronavirus.

Oggi il Servizio sanitario nazionale supera i 100mila tamponi al giorno, commissionati e finanziati dal pubblico. Tuttavia capita spesso che il numero di morti legate al Coronavirus, secondo i dati rilasciati ministero della Salute e dalla Protezione civile, hanno generato dubbi e critiche.

La terribile lettera che getta un ombra sull’operato pubblico

Lo stesso accade per il numero di tamponi, spesso comunicati in maniera dubbia e poco trasparente, in particolare per quanto riguarda il numero di persone analizzate e di quelle positive, con che sintomi, in quale misura, e se quelle persone vanno in ospedale oppure finiscono in terapia intensiva, o al contrario tornano alle proprie abitazioni.

Il ministero non rilascia alcuna di queste informazioni, e talvolta emergono vicende che fanno molto insospettire sulla correttezza di queste verifiche. Il caso di Firenze ne è un esempio più che lampante. Un uomo di 33 anni, Lorenzo Vieri, geometra, appena 18 mesi fa ha perso il suo bambino, Guglielmo. Il piccolo è morto per arresto cardiaco ad appena un mese, dopo essere nato con una grave malformazione alla testa. Una polimicrogiria, ovvero una malformazione della corteccia cerebrale.

Il bimbo morto per malformazione per l’Asl è morto per Coronavirus

Pochi giorni fa però, il 9 ottobre, a Lorenzo arriva a casa una lettera inaspettata. Si tratta del certificato di morte di Matteo. L’unico problema è che nella busta, la cui foto è stata pubblicata da Notizie.it, il piccolo Guglielmo, è deceduto per Coronavirus. Quando la crisi del Coronavirus non era nientemeno che un’illusione che sembrava impossibile.

Nel foglio, fatto recapitare dall’Asl Toscana Centro, presidio ospedaliero di Prato, ci sono numero di richiesta e identificativo del paziente. In questo si legge che il bimbo, nato il 10 febbraio 2019 all’ospedale di Careggi di Firenze e morto il 22 marzo dello stesso anno all’ospedale pediatrico Meyer, a seguito di un lungo calvario di terapia intensiva, avrebbe eseguito un fantomatico tampone il 29 settembre 2020, alle 14,04.

Oltre alla sofferenza, la beffa

Niente di più falso quindi, che getta un forte discredito sull’operato delle istituzioni nell’ambito della pandemia di Coronavirus. Il richiedente, nel documento inviato dall’Istituto medico toscano, è: “Non rilevato”. Non può nemmeno essere un caso di omonimia: nel documento è infatti indicato sia il codice fiscale del bimbo che l’età e la data di nascita. L’Asl aveva bene in mente a chi stava scrivendo, almeno nella loro percezione.

Il papà, esterrefatto, ha commentato la notizia al quotidiano. “Io dico solo una cosa, se questo è il modo in cui il Ministero riferisce ogni giorno i numeri sui tamponi eseguiti, siamo messi bene. Che attendibilità possono avere quei numeri se dentro hanno inserito anche quello di mio figlio morto 18 mesi fa? Immagino, inoltre, che lo Stato abbia pagato per quell’esame, per cui mi viene pure da pensare che qualcuno lucri sui tamponi falsi come questo”.

Insomma, oltre alla sofferenza della perdita del figlio, al papà si aggiunge la beffa di questa lettera assurda. Che ora è nelle mani del suo avvocato. “Nel documento si dice che il referto originale è conservato presso il laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale di Prato. Sarei curioso di sapere che cosa c’è scritto. Io non ho ancora chiamato l’Asl per chiedere spiegazioni ma ho già contattato il mio avvocato e mi riservo azioni legali nei loro confronti”.

Giovanni Bernardi

Fonte: notizie.it

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