Ogni volta che si legge un passo biblico, soprattutto se appartenente al Vecchio Testamento, bisogna contestualizzarlo, per comprendere al meglio (anche se non si è teologi o religiosi) cosa Dio voleva indicarci e per quale ragione.
Ciò ci aiuterà a liberare la nostra fede da ogni cattiva o personalizzata interpretazione della Parola del Signore.
Non dimentichiamo che i sacerdoti -nostre necessarie guide spirituali- potranno aiutarci tantissimo a questo scopo.
In effetti, i Leviti sarebbero stati i sacerdoti del popolo israelita, coloro che, prima di ogni altro, avrebbero dovuto mostrare come comportarsi per onorare il Signore, liberandosi da qualunque idolo che allontanasse (come era accaduto in precedenza, per il popolo di Mose’) dalla fede vera.
Il pericolo era anche quello di affidarsi a pratiche esoteriche, di stregoneria, per cui i simboli incisi sulla pelle indicavano di appartenere a questa o a quell’altra superstizione.
E volendo attualizzare il messaggio del Levitico, potremmo dire che molti dei simboli che si usano per farsi tatuare sono di origine equivoca, rappresentano spessissimo delle correnti esoteriche o blasfeme e potrebbero, pertanto, essere -anche all’insaputa di chi si fa tatuare- dei richiami per le forze demoniache: un inutile e azzardato invito a Satana ad entrare nelle nostre vite.
Del resto, nemmeno l’utilizzo di immagini sacre, nei tatuaggi, è saggio. In primo luogo, è spesso abusato e contaminato con altri simboli fuorvianti, che nulla hanno di sacro o di cristiano; in secondo luogo, potrebbero essere l’ostentazione di un certo moralismo -molto in voga al giorno d’oggi- che poco ha a che fare con la più autentica religiosità cristiana, con il messaggio evangelico, che si esprime e si realizza nel nascondimento, il più delle volte, e non è mai apparenza o appariscente.
Antonella Sanicanti
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