Benedizione alle coppie irregolari e omosessuali: ora cosa succede

Il Dicastero per la Dottrina della fede ha emanato una Dichiarazione, con l’approvazione del Papa riguardo le benedizioni alle coppie irregolari e omoaffettive. Cosa succede ora?

Da oggi anche le coppie che non vivono una situazione matrimoniale regolare possono essere benedette dal Sacerdote. Gioia per alcuni, dubbi, perplessità e sconcerto per altri. Qualche precisazione potrà aiutare a capire.

Benedizione coppie omoaffettive
Benedizione coppie omoaffettive (Photo web source)

Benedizione sì, ma con alcune precisazioni per non dare adito a confusione. È bene capire meglio.

Quali coppie sono irregolari?

Partiamo da capire a chi è rivolta la Dichiarazione dottrinale del Dicastero. Parla di coppie irregolari. Sono coloro che non vivono una regolare situazione matrimoniale: conviventi, persone sposate solo civilmente, divorziati risposati e coppie dello stesso sesso.

Prima di descrivere i destinatari, la Dichiarazione intitolata “Fiducia supplicans” ricorda cos’è una benedizione: “Le benedizioni possono essere considerate tra i sacramentali più diffusi e in continua evoluzione. Esse, infatti, conducono a cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita e ricordano che, anche nell’utilizzo delle cose create, l’essere umano è invitato a cercare Dio, ad amarlo e a servirlo fedelmente. Per questo motivo, le benedizioni hanno per destinatari persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore, le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono”. Più avanti precisa che ciò che si benedice deve essere conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa. Chiedere di benedire una persona è espressione di supplica a Dio affinché conceda un aiuto per maturare e crescere nella fedeltà al Vangelo, a superare le imperfezioni e sapere esprimere in maniera sempre più grande l’amore di Dio.

La Chiesa madre che accoglie

Chiesa madre che accoglie
Chiesa madre che accoglie (photo web source)

Più avanti precisa: “La grazia di Dio, infatti, opera nella vita di coloro che non si pretendono giusti ma si riconoscono umilmente peccatori come tutti. Essa è in grado di orientare ogni cosa secondo i misteriosi ed imprevedibili disegni di Dio. Perciò, con instancabile sapienza e maternità, la Chiesa accoglie tutti coloro che si avvicinano a Dio con cuore umile, accompagnandoli con quegli aiuti spirituali che consentono a tutti di comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro esistenza”.

Dunque la Dichiarazione esprime la Chiesa madre che accoglie tutti come il Santo Padre ci sta ricordando dall’inizio del suo Pontificato. Oltre questo, però stabilisce che la coppia irregolare che chiede al Sacerdote una benedizione potrà riceverla. Precisa il contesto in cui ciò dovrà avvenire. Innanzitutto non ci sarà un formulario ma il Sacerdote dovrà esprimersi spontaneamente. Poi non sarà nel contesto di un rito liturgico, ma privato per non suscitare confusione tra la benedizione e i Sacramenti: “mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio. Lo stesso vale quando la benedizione è richiesta da una coppia dello stesso sesso”.

Un attento discernimento

Discernimento
Discernimento (Photo web source)

Dunque stiamo parlando di due benedizioni distinte, una per chi vive una situazione irregolare. Siamo nella logica di Amoris laetitia, di quel discernimento pastorale carico di responsabilità attento ad accogliere e integrare la fragilità. Ci sono coppie che hanno sbagliato il discernimento in buona fede, in secondo momento hanno trovato l’amore, e che cercano Dio sinceramente. È giusto non far mancare loro il segno visibile che Dio le ami.

Diversa è la situazione delle coppie omosessuali. Il Magistero in questi casi è chiaro. A loro è chiesto di vivere la castità e stare vicini per filia, agape, non per eros. È evidente che un ruolo delicato sarà quello dei pastori che devono impegnarsi a fare discernimento ed applicare la lettera della Dichiarazione. Quindi non benedizioni in pompa magna come se fossero matrimoni ma momento di preghiera intimo e raccolto. E come ogni discernimento implica che ci sia la possibilità di negarla a qualcuno che non sia ben disposto.

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