Benedetto XVI si confessa nella sua ultima lettera che ha una risonanza mondiale

Le parole di Papa Ratzinger hanno avuto eccezionale eco in tutto il mondo, suscitando grandi e diverse reazioni verso la confessione di uno dei maggiori teologi del novecento. 

Tutto emerge dalla sua ultima lettera, rivolta all’abate dell’abbazia cistercense di Wilhering in Austria, nella diocesi di Linz, Reinhold Dessl.

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Il Papa emerito Joseph Ratzinger – photo web source

La lettera che ha colpito tantissimi fedeli

La notizia della morte mi ha profondamente colpito. Tra tutti i miei colleghi e amici, lui era il più vicino a me”, scrive Ratzinger, aggiungendo: “Sono legato a lui e alla comunità monastica di Wilhering in preghiera”.

Winkler era stato dal 1983 al 1999 professore di storia della Chiesa all’Università di Salisburgo, e dal 1974 aveva insegnato all’Università di Ratisbona. Erano gli anni in cui lo stesso Ratzinger era docente di dogmatica nello stesso ateneo. Il Papa emerito ha 94 anni e la sua riflessione non può che farsi profonda, toccando il senso della vita e le sensazioni personali su argomenti come, ad esempio, la vita oltre la morte.

Da quando ha rinunciato al ministero petrino, nel 2013, Benedetto XVI vive infatti, come noto, nel monastero Mater Ecclesiae all’interno delle Mura vaticane. Anche lo stato di salute di Ratzinger è quello che ovviamente può avere un uomo della sua età.

Il Papa emerito ha infatti bisogno di aiuto per spostarsi e da circa un anno ha difficoltà a parlare, come alcune settimane fa ha riferito il cardinale maltese Mario Grech. “Mi ha detto che “il Signore mi ha tolto la parola per farmi apprezzare il silenzio””, furono le parole altrettanto commoventi che pronunciò Ratzinger lo scorso anno.

Altri particolari li aveva poi aggiunti il segretario particolare di Ratzinger, l’arcivescovo Georg Gänswein, spiegando che il Papa emerito ” fisicamente è diventato piuttosto debole” ma nonostante ciò il suo spirito si è temprato senza dubbio ed è diventato ancora più forte”. “Ogni giorno recito la Liturgia delle Ore con il Papa emerito e anche il Rosario. Una parte considerevole del tempo è riservata alla preghiera“, aveva spiegato.

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Le parole che hanno avuto una forte eco in tutto il mondo

Le parole che più hanno colpito i fedeli sono state però quelle scritte da Ratzinger nel proseguio della lettera indirizzata al suo ex collega. “La sua allegria e la sua profonda fede mi hanno sempre attratto. Ora ha raggiunto l’aldilà, dove certamente molti amici lo aspettano”, scriveva del compianto teologo, prima di concludere con la frase che ha avuto maggiore eco. “Spero di potermi unire presto a loro”, scrive Benedetto XVI.

Il segretario particolare Gänswein ha tuttavia però dovuto in seguito smentire le notizie tendenziose e scandalistiche dei media secondo cui il pontefice emerito “desidera la morte”. Come al solito, infatti, i giornali hanno calcato la mano sulle sue parole. Non è di certo una novità, visto l’avversione purtroppo tendenziosa che Benedetto XVI ha registrato dalla quasi unanimità dei media internazionali durante il Suo Pontificato.

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D’altronde, più preoccupante sarebbe stato l’asservimento dei poteri del mondo, con cui Ratzinger non è mai venuto a patti, ma al contrario non ha mai smesso di testimoniare le verità non negoziabili di cui si è fatto portavoce, e da ultimo la Verità di cui è stato rappresentante in terra.

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Il segretario particolare di Ratzinger, Monsignor George Gänswein- photo web source

Benedetto è “assolutamente pieno di vita“, ha detto giovedì Gänswein al quotidiano tedesco Bild, smentendo le interpretazioni di chi ha riportato che Ratzinger avesse detto letteralmente di “voler morire”.

Non è vero che Benedetto XVI non abbia più voglia di vivere

Gänswein ha dovuto spiegare che la lettera è stata “pensata con gentilezza”, quindi partita dal cuore. Che di certo non significa che Benedetto XVI “non abbia più voglia di vivere. Al contrario”. Ma semplicemente che il papa emerito si prepara consapevolmente alla morte, come dovrebbe fare ogni cristiano.

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“L’arte di morire bene, cioè l’ars moriendi, fa parte della vita cristiana. Papa Benedetto lo ha fatto per molti anni. Eppure è assolutamente pieno di vita. Stabile nella sua debolezza fisica, con la testa molto lucida e dotato del suo tipico umorismo bavarese”

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