Benedetto XVI: ecco quando il Premio Nobel gli impedì di parlare

Il grave e triste fatto accadeva nella città di Roma, e lo vedeva scagliarsi in maniera brutale contro Papa Benedetto XVI, arrivando persino ad imbavagliarlo.

Dimostrando però anche la triste chiusura mentale della scienza moderna, e con essa della società in cui viviamo, davanti alla Verità.

Giorgio Parisi
Il premio nobel Giorgio Parisi – photo web source

Nel 2008 Giorgio Parisi, vincitore italiano del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, si oppose alla presenza di Benedetto XVI all’Università La Sapienza. In quella occasione il pontefice rinunciò a partecipare, ma vi erano delle frasi ben precise alla base di quell’impedimento.

Rileggere le parole di Ratzinger per fare luce sulla Verità

Per questo parrebbe molto opportuno rileggerle anche alla luce dell’attuale contesto. Paradossalmente, ciò che ne emerge è che quelle frasi risultano essere di grande attualità.

Giorgio Parisi ha ricevuto il Nobel per la Fisica di quest’anno grazie alle sue ricerche sui sistemi complessi. Tuttavia subito dopo il ricevimento di questo prestigioso premio in molti si sono ricordati del suo nome per essere stato uno tra gli studiosi che hanno contestato il diritto di papa Ratzinger di parlare alla Sapienza, al punto da impedirglielo.

L’accettazione del teologo tedesco che mostrò tutta la sua umiltà

Il mite teologo tedesco accettò la provocazione, ben sapendo che i cristiani sono in questo mondo ma non sono di questo mondo, e che le persecuzioni sono purtroppo inscritte nel dna del cristianesimo perché fu lo stesso Gesù a profetizzarlo.

Molto più preoccupante sarebbe infatti se il mondo applaudisse i duri moniti del Papa a una cultura che purtroppo sembra essere sempre più in decadimento, alle prese con tanti problemi di ordine economico, sociale, morale e spirituale.

Il triste appello che firmò l’attuale vincitore del Premio Nobel

In quella triste occasione il prof. Parisi sottoscrisse insieme ad altri 67 docenti un appello al Rettore in cui si chiedeva di impedire a Benedetto XVI di prendere parte all’inaugurazione dell’Anno accademico 2008.

In un’intervista al quotidiano comunista L’Unità lo stesso Parisi ribadiva con determinazione che il Papa teologo non era affatto gradito nelle aule della Sapienza. A suo avviso, infatti, le tesi di Ratzinger su alcuni specifici argomenti, riguardanti il rapporto tra scienza e fede, non erano conciliabili con gli studi portati avanti dall’università romana.

La tristezza di constatare quanto la scienza sia oggi chiusa alla verità

Purtroppo, ancora oggi bisogna realizzare con tristezza che persino quelle che vengono valutate come le migliori menti in campo scientifico del nostro Paese e persino del mondo intero non siano in grado di riconoscere la dottrina cristiana e la verità, o almeno da non credenti la legittimità, della stessa dal punto di vista scientifico e accademico. 

Trovarsi davanti un teologo della caratura di Ratzinger non è certo cosa di tutti i giorni, ma che accade solamente poche volte nella vita, e nella storia, ma precludere allo stesso la possibilità di parole è purtroppo per molti qualcosa di molto simile a un atto meschino e ottuso. Insomma, siamo davanti a un vero e proprio pregiudizio di fronte a un gigante della fede e del pensiero teologico e umano. 

Lo spirito ideologizzato di cui purtroppo si legge ancora oggi

“Gli scienziati impediscono ai teologi di parlare di scienza, per mancanza di competenza, e si capisce”, ha scritto il teologo Luigino Bruni, firma di Avvenire, sul suo profilo Facebook. “Non si capisce però perché loro possano parlare di Dio con una ignoranza teologica pari (o maggiore) a quella dei teologi in materia di scienza. Caro Parisi non mescolare gli ambiti – anche questa è complessità. Laicità vo cercando, ch’è sì cara…”.

Il bello però è che lo stesso spirito “barricadero” e vittima di pregiudizi ideologici lo ritroviamo anche nel discorso tenuto da Parigi nei giorni scorsi alla Camera dei deputati, in preparazione all’incontro ecologista della Cop26.

Le recenti parole di Parisi dopo la vittoria del Premio Nobel

Il suo intervento, è evidente, non è stato per nulla originale, ma al contrario ha affermato tesi che tutti si immaginavano, e che a praticamente tutti hanno fatto tirare nient’altro che un grosso sbadiglio. Per uscire dalla pandemia bisogna vaccinarsi tutti, per salvare il Pianeta bisogna essere più ecologisti, e cose di questo tipo.

Poi ha attaccato i governi definendoli “inadeguati” nell’affrontare la crisi pandemica, e anche qui siamo di fronte a un assunto che chiunque, in qualsiasi piazza o bar del Paese, potrebbe tranquillamente replicare in maniera piuttosto ovvia. 

Se si punta alla scienza senza la verità è come partire sconfitti

Poi ha invocato il rafforzamento dell’istruzione scientifica nel nostro Paese. Purtroppo, però, se si tratta di insegnare la scienza separata dalla Verità, significa che siamo di fronte a un vero e proprio attacco al bene comune e ai valori fondanti la nostra civiltà.

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Insomma, un attacco al cristianesimo che lo stesso Ratzinger potrebbe annoverare tranquillamente in quella cultura intrisa di una matrice “anti-cristica”, che in altri termini diremmo demoniaca. Sul quotidiano online Formiche il teologo Simone Billeci ha così sottolineato l’importanza delle stesse parole che Ratzinger avrebbe dovuto pronunciare alla Sapienza di Roma.

Le parole profetiche di Ratzinger che avrebbe potuto pronunciare

Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà”, affermava Ratzinger nel suo intervento, mostrando tutta la sua mitezza e umanità.

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“Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio”.

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