Apparizioni della Madonna: guarita da un tumore davanti alla statua di Maria

Quali sono i messaggi della Madonna apparsa ad Akita?

Anche in Giappone, precisamente nei pressi della località di Akita, ci sono state delle apparizioni della Madonna, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa.

Apparizioni - Madonna di Akita
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Nel 1988, le rivelazioni della Madonna di Akita vennero riconosciute conformi alla dottrina cattolica, dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger.

Madonna di Akita: La ferita a forma di croce

Le apparizioni e i messaggi della Madonna di Akita erano stati affidati, dal cielo, a Suor Agnese Katsuko Sasagawa, nel Convento delle Suore “Serve dell’Eucarestia”. Iniziarono la mattina del 12 Giugno del 1973, mentre la Suora era in cappella per un momento di Adorazione. Suor Agnese, affetta da un handicap uditivo, vide una luce provenire dal Tabernacolo e la cosa si ripeté anche successivamente.

La statua della Madonna, venerata ad Akita, lacrimò sangue per lungo tempo e mostrò sangue anche sulla mano destra, ogni venerdì del mese di Luglio del 1973. Sulla mano destra della Madonna era, infatti, apparsa una ferita a forma di croce.

In quel periodo, Monsignor John Sojiro Ito, Vescovo della Diocesi di Akita (che successivamente ne avrebbe autorizzato il culto), era proprio al Convento in cui accadevano questi fatti straordinari. Fu lui a chiedere che le lacrime della Madonna e il sangue fossero esaminati dagli esperti. Quelle tracce risultarono, senza ombra di dubbio, di natura umana!

Intanto, Suor Agnese veniva guarita dal suo handicap uditivo e, nel 1981, anche la signora Chun, proveniente dalla Corea, ebbe una grande grazia. Si era recata ad Akita per pregare davanti alla statua della Madonna, mentre attraversava quello che credeva essere l’ultimo periodo della sua vita, essendo malata e allo stadio terminale di un tumore al cervello. Davanti all’immagine sacra, guarì inspiegabilmente, come confermarono gli esami clinici del dottor Tong-Woo-Kim dell’ospedale di Seul.

Antonella Sanicanti

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