Il coronavirus ha purtroppo scoperchiato la grave mancanza di attenzione che diamo ai nostri anziani.
In queste ore, in tutto il territorio nazionale sono al vaglio case di riposo e strutture per anziani. I carabinieri dei Nas stanno infatti setacciando in lungo e in largo molte di queste residenze in cui si sono verificate tristi irregolarità, da Catanzaro a Cagliari o Pescara.
Inefficienze gravi, spesso già presenti
Inefficienze gravi, talvolta vergognose, che hanno portato alla luce condizioni spesso probabilmente già presenti da prima del coronavirus. Affaristi che guadagnano soldi sulle spalle di anziani non autosufficienti che, in quanto tali, sono considerati scarsi. Perché non produttivi.
Si parla di “gravi non conformità” per tutto ciò che riguarda le misure richieste nel contrasto e la prevenzione del coronavirus. Molti anziani sono defunti anche per via di queste inosservanze, e la questione ha ormai assunto un carattere planetario.
Anziani sacrificati per denaro o egoismo
Anziani sacrificati di fronte al fatto che non c’erano posti disponibili, che si è dovuto scegliere o ancora peggio coprire la debolezza del politico di turno. Nascondendo le carenze delle strutture, per una semplice questione di comunicazione.
Facendo i furbi cioè sulle proprie responsabilità, sulla pelle di anziani innocenti e di famiglie che non li rivedranno mai più. A Catanzaro, ad esempio, il Nas ha fatto un sopralluogo in una casa di riposo in Provincia di Vibo Valentia e ha rivelato gravi inadempienze, sanzionando il rappresentante legale.
Tutti i casi scoperchiati dai carabinieri
A Catania, si è scoperto che una casa di riposo nel messinese ha disatteso le misure richieste contro il coronavirus. Dopo essere stata anche al centro di una precedente ordinanza di sospensione, con il relativo trasferimento degli ospiti in altre strutture. I responsabili di questa struttura sono così stati deferiti all’Autorità giudiziaria.
Nell’area di Palermo, precisamente in Provincia di Trapani, il Nas ha trovato una comunità alloggio per anziani priva di requisiti igienico-strutturali idonei. Il sindaco di Trapani ha così emesso un provvedimento per la chiusura del centro. Gli anziani ospiti sono così stati riportati a casa con i propri familiari.
In un caso mancava l’acqua potabile
I Nas di Pescara hanno invece trovato due rsa prive di autorizzazioni e di requisiti minimi. Lo stesso in provincia di Cagliari, dove una struttura è stata chiusa per mancanza di requisiti. In questa, addirittura, mancava persino l’acqua potabile. A Sinna, sempre in Sardegna una struttura ospitava 65 gli anziani nonostante la capienza consentita fino a un massimo di 24.
In un comune del territorio lucano nella struttura per anziani non erano nemmeno presenti le figure professionali richieste dalla legge. A Ragusa, una titolare di una casa albergo è stata accusata di non avere applicato le prescrizioni sul distanziamento sociale previste per l’emergenza del coronavirus.
La cultura dello scarto è spesso più vicina di quanto si pensa
In una casa di riposo abruzzese, dell’Asl Lanciano-Vasto-Chieti, quaranta persone tra anziani e operatori sanitari sono risultati positivi al coronavirus.
Insomma, i problemi sono numerosi. Mancanza di autorizzazioni, sovraffollamento e problemi strutturali. Talvolta, persino la mancanza dell’allaccio alla rete idrica. La dimostrazione che la cultura dello scarto più volte denunciata da Papa Francesco è una realtà ben più presente di quanto pensiamo. E che per questo va combattuta con grande attenzione.
Perché ce verrà chiesto conto dal Signore in persona, nel momento in cui ci presenteremo al Suo cospetto.
Giovanni Bernardi
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