Coronavirus: l’ombra sulle cure agli anziani scuote una nazione intera

Coronavirus: in Belgio, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 326 decessi, di cui 171 nelle case di riposo. Nel Paese si percepisce il rischio di una mentalità eutanasica.

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Coronavirus: dubbi sulle cure agli anziani in Belgio (photo websource)

Tra il 18 e il 31 marzo, il Belgio ha registrato un totale di 3.019 decessi, numeri molto alti che, come riporta Acistampa, hanno fatto scattare un vero e proprio “allarme Belgio”.

Questi numeri, guardando soprattutto i decessi delle ultime 24 ore, hanno fatto scattare diversi dubbi anche sulle modalità di scelta dei pazienti da curare. C’è infatti il sospetto, riporta Acistampa, che tutti quei decessi, soprattutto tra gli anziani delle case di cura, siano frutto di una mentalità eutanasica che porta gli anziani ad esser considerati “pazienti da non curare”.

Pur non esistendo alcuna prova concreta di questa volontà, l’Istituto Europeo di Bioetica ha fatto sentire la propria voce.

Belgio: il sospetto di un’eutanasia nascosta

Le parole dell’Istituto Europeo di Bioetica, riportate dall’agenzia Acistampa, risuonano forte in questo senso, proprio perché vanno ad inserirsi in un contesto particolare, quello cioè di un Paese e di una società che ha approvato l’eutanasia già nel 2002. “La discussione – riportava l’Istituto – si è spostata nella fase di ricovero ospedaliero. Anche in assenza di congestione, alcuni sostengono di non gestire direttamente pazienti anziani, a prescindere dallo stato di salute. Queste situazioni sono evidenziate particolarmente nelle case di riposo”.

I Fratelli della Carità

In tal senso, è molto importante il punto di vista dei Fratelli della Carità, la Congregazione religiosa composta da fratelli, non Sacerdoti, presente in Belgio sin dal XIX secolo. Particolarmente duro è infatti l’attacco di Fratel Stockman, superiore generale dei Fratelli della Carità, un uomo che ha sempre dato battaglia alle pratiche eutanasiche. Il suo pensiero, riportato da Acistampa è incentrato infatti proprio sulle persone con disabilità negli hospice e i pazienti in cura nei centri di psichiatria. “In questa crisi di pandemia, sono gli ultimi a ricevere assistenza. Si sentono trattati come cittadini di seconda classe”.

Mancanza di equità

È proprio la mancanza di equità il fulcro del discorso di Fratel Stockman, quando sostiene che la società belga ha, attualmente “due gruppi: quelli che sono utili e quelli che non lo sono”. Se durante la crisi del Coronavirus, il secondo gruppo è caratterizzato dagli anziani, quando questo sarà superato, “chi sarà il prossimo gruppo?”. Salvare le vite degli anziani rappresenta una priorità di assoluta importanza, quanto la cura dei pazienti più giovani e le ragioni di cui ha parlato Fratel Stockman, nonché la presa di posizione dell’Istituto Europeo di Bioetica possono lasciar trapelare dubbi circa una mentalità eutanasica.

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Fabio Amicosante

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