Allarme Caritas: Europa 1 su 4 è povero e il dato è in aumento.

 

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La Caritas lancia un accorato appello in Europa 123 milioni di persone (24,5% della popolazione), quindi 1 su 4 sono poveri è molti altri sono a rischio il dato purtroppo è in aumento favorito dalla crisi economica e dai tagli dei governi sulla questione  del sociale. hanno fatto in modo che i ricchi diventassero sempre più ricchi e al soglia della povertà si abbassasse a risentirne proprio i ceti più bassi. . La concreta  possibilità di  invertire la rotta c’è,  basterebbe cambiare  le politiche sociali volgendo lo sguardo verso i più deboli e i più bisognosi. Questa è la denuncia fatta oggi da Caritas Europa e Caritas italiana, durante la presentazione a Roma del terzo rapporto sulla crisi in Europa analizzando  i dati che riguardano alcuni Paesi deboli (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro) la Caritas denuncia l’Europa che si era impegnata a diminuire il numero dei poveri entro il 2020 con la Strategia di Lisbona, andando contro se stessa  ne ha aumentato il numero: “Dovevano diventare 96,4 milioni entro il 2020, ossia 20 milioni di poveri in meno”, ci  ha ricordato Walter Nanni, responsabile dell’Ufficio studi di Caritas italiana, “sono invece aumentati. Viene da chiedersi se la medicina per risanare la spesa pubblica non abbia invece ucciso il paziente”.

Molte sono le cause che possono spiegare tale fenomeno negativo tra queste: la crescente disoccupazione soprattutto quella giovanile famiglie a rischio causa la mancanza di lavoro o perdita dello stesso (aumentano lavori precari e part time), il rischio del nuovo analfabetismo l’impossibilità di pagare le cure mediche.  “I tagli ai servizi pubblici essenziali hanno pesato sui più poveri, creando maggiori disuguaglianze”, ha sottolineato Nanni. Per Jorge Nuno Mayer, segretario generale di Caritas Europa, questo “è il risultato di scelte politiche terribili”. Dopo sette anni dall’inizio della crisi, ha fatto notare Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana, “in tutta Europa la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni stanno diminuendo, il rischio di razzismi e odio è in aumento”, e anche l’Italia “è un Paese più povero e meno giusto”, da cui la proposta di “una revisione complessiva del modello sociale per una migliore giustizia sociale”. Facendo riferimento al vertice dell’Ecofin in corso oggi per prendere decisioni sul debito della Grecia, Beccegato ha auspicato “che non succeda anche stavolta che i poveri debbano pagare il prezzo più alto”.

Un italiano su tre è a rischio povertà nei sette ‘paesi deboli’ dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro). È l’allarme lanciato dalla Caritas nel Rapporto Europa sull’impatto della crisi. “Numerose situazioni di povertà o di esclusione sociale – sottolinea la Caritas – sono state provocate o aggravate dalle politiche di austerity messe in atto dai governi nazionali, in risposta alle richieste di contenimento della spesa pubblica sollecitate dall’Unione Europea”.

Il rapporto della Caritas fotografa “un’Europa a due velocità”: alla fine del 2013 il 24,5% della popolazione europea (122,6 milioni di persone, un quarto del totale) era a rischio di povertà o esclusione sociale (1,8 milioni in meno rispetto al 2012). Nei sette ‘paesi debolì lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione residente (+6,5 punti percentuali rispetto alla media Ue a 28). L’Italia si posiziona su valori intermedi (28,4%) mentre il valore più alto si registra in Romania (40,4%).

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