Molti secoli fa l’immagine della Madonna dell’Archetto si è animata e ha mosso gli occhi davanti al futuro imperatore dei Francesi.

Il santuario della Madonna dell’Archetto, situato tra gli stretti vicoli di Roma, è forse il più piccolo santuario mariano al mondo, ricavato chiudendo la stradina dal celebre Vespignani. Una piccola “perla” dedicata a Maria nel cuore della Capitale. Qui si trova custodito un dipinto raffigurante una Madonna a mezzo busto chiamato Madonna dell’Archetto.
Un tempo infatti il dipinto si trovava su un piccolo arco in muratura in via San Marcello, tra le piazze dei SS. Apostoli e della Pilotta, nel rione Trevi, che univa Palazzo Casali all’edificio appartenente alla Confraternita di Sant’Antonio. A dipingere l’immagine su olio su pietra maiolicata era stato nel 1690 l’artista bolognese Domenico Muratori, su commissione della marchesa Alessandra Muti Papazzurri.
Nel 1696 si verifica il primo fatto miracoloso legato a questa immagine tanto cara ai romani. Numerosi testimoni infatti vedono la Madonna muovere gli occhi. L’evento inspiegabile spinge la proprietaria a farla collocare sotto l’archetto del vicolo, in modo da esporla alla devozione da parte di tutti. Qui l’immagine rimane fino al 1751, quando si provvede a edificare l’edicola e vengono installati due cancelli sullo sbocco del vicolo (per proteggere gli ex-voto che si accumulano giorno dopo giorno, alcuni dei quali anche preziosi).
Maria muove ancora gli occhi davanti a innumerevoli testimoni
Il movimento miracoloso degli occhi di Maria si ripete al mattino di sabato 9 luglio 1796. Subito si diffonde la voce. Il maestro di cappella Antonio Ambrosini è il primo testimone ufficiale: la Madonna dell’Archetto apre e chiude gli occhi. Il mese prima, nella cattedrale di Ancona, il quadro della Madonna di San Ciriaco ha fatto la stessa cosa e continua ancora.
Napoleone, ricorda il giornalista Rino Cammilleri (autore con Vittorio Messori del libro Gli occhi di Maria, dedicato proprio a queste vicende), ha appena invaso l’Italia e si appresta a calare a Roma. È intenzionato a distruggere il dipinto. Ma poi, quando lo tiene in mano, cambia idea. Si dice che il miracolo si sia ripetuto davanti ai suoi occhi.

Nel frattempo la folla si raduna davanti all’Archetto, I testimoni sono tantissimi. Subito si sparge la voce che altre immagini in città stanno muovendo gli occhi. Entro sera non c’è praticamente rione romano che non abbia una sua immagine mariana che muove gli occhi. In tutto lo Stato Pontificio si moltiplicano fatti miracolosi simili.
Se ne conteranno più di centoventi e andranno avanti fino all’anno successivo. Molte lapidi nella Capitale ricordano quegli eventi. Un rigoroso processo apostolico riconosce l’autenticità del fatto straordinario legato alla Madonna dell’Archetto. Per ore gli inviati del Vaticano si posizionano sotto l’immagine per verificare come si compie il miracolo. Dopo il processo, la Sede Apostolica approva l’avvenimento. Il 1° novembre 1946 l’immagine verrà incoronata dal Capitolo Vaticano.
Preghiera alla Madonna dell’Archetto
Volgi il tuo sguardo materno, o Vergine pura e santa, all’alto seggio della tua gloria e vedi i tuoi figli che a te levano supplichevoli le mani e i cuori. Da ogni parte ci premono le angustie, sorgono fieri e tremendi sempre nuovi nemici; le anime, le famiglie, la Chiesa, la Patria sono da tanti mali travagliate e porgono ogni speranza in Te.
Deh! Tu che in questa immagine volgendo gli occhi in Roma, mostrasti quale e quanta fosse la Tua potenza e la Tua pietà, volgiti ora a nostro pronto soccorso. Tu da Gesù ne ottieni più forte la fede, più viva la speranza, più accesa la carità: sicché a Te ed a Gesù per Te tornati e congiunti non ce ne separiamo mai più; e dopo aver gustato in terra i frutti delle grazie e della pace, possiamo in Cielo un dì salire, a possederti, a godere Te con Gesù, nei secoli dei secoli.
Così sia (Ave Maria).