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365 giorni con Maria: 9 luglio. Vaticano: la Vergine muove gli occhi e comincia a piangere

Roma è il centro della cristianità, e la città di Maria. Camminando è impossibile non imbattersi continuamente in segni, testimonianza.

Luoghi che raccontano un passato che continua a essere presente, specialmente per ciò che riguarda la fede e la devozione.

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Spesso ci si imbatte nelle immagini della Vergine e nelle innumerevoli edicole e chiese a Lei dedicate.

La preziosa immagine della Madonna

Una di queste è quella della Madonna dell’Archetto, una preziosissima icona conservata all’interno di un piccolo oratorio a cui hanno lavorato artisti del calibro di Costantino Brunidi.

Si tratta di un piccolo luogo che, però, oltre che di arte è testimone anche di fede, di preghiera e di devozione filiale a Maria. La storia dell’immagine della Madonna, infatti, dipinta su olio su pietra maiolicata nel 1690 dall’artista bolognese Domenico Muratori, su commissione della marchesa Alessandra Muti Papazzurri, porta con sé una storia del tutto prodigiosa.

Nel 1696 accade che innumerevoli testimoni vedono la Madonna muovere gli occhi. L’evento miracoloso porta così la proprietaria a farla collocare sotto l’archetto del vicolo per esporla alla pubblica devozione. Luogo dove fino al 1751, quando viene edificata l’edicola e sono installati due cancelli sullo sbocco del vicolo, a protezione degli ex-voto che si stanno accumulando giorno dopo giorno, alcuni anche preziosi.

Il 9 luglio 1796 questo miracolo si verifica nuovamente, stavolta alla presenza di numerosi testimoni. Maria infatti muove gli occhi, e comincia a piangere, per via dell’invasione francese nello Stato Pontificio. Così intorno alla metà dell’Ottocento c’è una trasformazione completa del vicolo, che viene chiuso e adibito a cappella per volere dei proprietari dell’adiacente palazzo, la famiglia Savorelli Papazzurri.

Le lacrime di Maria

Il piccolo edificio viene costruito dall’architetto Virginio Vespignani, e tutt’oggi rappresenta un bellissimo esempio di arte neo-rinascimentale nel cuore di Roma. Edificio, come ricorda la lapide che si trova all’ingresso, infine inaugurato in maniera solenne il 31 maggio 1851.

L’evento straordinario è in seguito riconosciuto autentico a seguito di un rigoroso processo apostolico. Le cronache del tempo riportano gli inviati del Vaticano si posizionarono per ore sotto l’immagine di Maria per verificare se e come il prodigio si compie.

Dopo il processo, la Sede Apostolica approva l’avvenimento e l’immagine viene incoronata dal Capitolo Vaticano il 1 novembre 1946. Una vera e propria testimonianza, quindi, non solamente di un fatto storicamente avvenuta. Ma anche dell’amore e della devozione filiale che Maria nutre per i suoi figli.

Un miracolo che è avvenuto più volte

L’evento prodigioso non rappresenta però un fatto isolato per l’epoca. Questo tipo di fenomeno avviene in più occasioni e in numerose immagini e oggetti sacri. Questo perché in quegli anni si sta verificando la discesa delle truppe napoleoniche in Italia. Le cronache e gli storici riportano di oltre un centinaio di immagini, dislocate in diverse regioni d’Italia, nelle quali si verificano eventi prodigiosi.

Molti santi romani si sono recati in preghiera presso la Madonna dell’Archetto. Basti pensare a San Massimiliano Kolbe, San Vincenzo Pallotti, San Gaspare del Bufalo, San Benedetto Giuseppe Labre, il beato Bartolo Longo. Oppure ai Pontefici Pio XII e Giovanni XXIII.

Preghiera alla Madonna dell’Archetto

Volgi il tuo sguardo materno,

o Vergine pura e santa,

all’alto seggio della tua gloria e vedi i tuoi figli che a te levano supplichevoli le mani e i cuori.

Da ogni parte ci premono le angustie,

sorgono fieri e tremendi sempre nuovi nemici; le anime, le famiglie, la Chiesa,

la Patria sono da tanti mali travagliate e porgono ogni speranza in Te.

Deh! Tu che in questa immagine volgendo gli occhi in Roma,

mostrasti quale e quanta fosse la Tua potenza e la Tua pietà, volgiti ora a nostro pronto soccorso.

Tu da Gesù ottieni più forte la fede, più viva la speranza, più accesa la carità:

sicché a Te ed a Gesù per Te tornati e congiunti non ce ne separiamo mai più;

e dopo aver gustato in terra i frutti delle grazie e della pace,

possiamo in Cielo un dì salire e benedire Te e Gesù

nei secoli dei secoli.

Così sia.

(Ave Maria)

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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