365 giorni con Maria: 19 luglio | L’immagine si trasforma davanti ai loro occhi

L’immagine dell’Immacolata Concezione appesa dai frati francescani sulla porta della loro prima chiesa, si manifesta in modo straordinario.

E’ usuale che, durante i viaggi missionari nel paese, i frati portano l’immagine della “Misionera” con loro.

madonna del miracolo 1
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L’immagine sacra inizia a muoversi

La ribellione di Manco Inca dura due anni, e durante questo periodo, i nativi intrappolano un grande numero di spagnoli in una capanna, appiccando il fuoco al tetto di paglia. Tutti in quel momento vedono la Misionera muoversi dall’interno dell’edificio in fiamme per apparire esattamente sopra l’edificio che sta bruciando, insieme alla chiesa di San Giacomo Maggiore.

Alla fine del fuoco, quando le fiamme sono estinte, tutte le persone che sono all’interno sono salvi. A ricordo di questo evento gli spagnoli fanno costruire la Chiesa del Trionfo, che attualmente rappresenta un edificio in aggiunta alla cattedrale di Cusco. Nel tempo però, una volta che i francescani circondano con un grande complesso monastico la piccola cappella, l’immagine viene gradualmente messa in disparte, un po’ dimenticata.

Anche la popolarità dell’effige, prima molto alta, diminuisce. Ci sono tuttavia alcune anime devote e privilegiate che continuano a pregarla con intensità. Si tratta ad esempio di San Francesco Solano o del venerabile Fray Juan Gomez. Questo secondo profetizza che ben presto sarebbe arrivato il riscatto per la Vergine del Miracolo. A quel punto la devozione sarebbe rinata in maniera rigogliosa.

Il terremoto: Maria volge il suo sguardo

Così arriva il 27 novembre 1630. In quella data, la popolazione di Lima sta frequentando la corrida, nella piazza principale. Durante l’evento popolare, però, si sente un forte e violento terremoto. Nel cuore di tutti cresce così panico e confusione. Tuttavia, alcuni religiosi e fedeli, che sono riuniti nell’atrio francescano, mantengono la calma. Proprio in quei momenti in cui la terra trema, questi rivolgono il loro sguardo verso la Vergine Maria, che sta posta di fronte a loro sotto di un piccolo arco.

Di fronte ai loro occhi meravigliati ed estasiati, vedono l’immagine trasformarsi. Maria si sta infatti chinando verso l’altare, con le mani giunte in preghiera. Sta chiedendo perdono e misericordia al suo Divin Figlio Gesù, presente nel Tabernacolo. Un segno prodigioso che fa subito comprendere a tutti che Maria sta salvando la città dalla rovina del terremoto.

Le persone che presenziano all’evento miracoloso accorrono subito a testimoniare a tutti l’accaduto. Dopo i vespri, in quella stessa sera, i Frati Minori intonare l’antifona “Tota Pulchra est Maria” davanti all’immagine venerata e prodigiosa. In quel preciso momento, sotto lo sguardo ancora meravigliato di tutti i religiosi, Maria ritorna alla sua posizione originaria. In quel momento ci sono molte persone che stanno pregando, tra cui dubbiosi, curiosi o credenti.

La nuova chiesa

Tutti rimangono estasiati dall’accaduto, e profondamente riempiti di gioia e ammirazione. Stanno invocando il santo Nome di Maria e lei prontamente ha risposto alla loro chiamata. L’evento miracoloso è poi confermato e registrato, e da allora, ogni anno a novembre viene celebrato il miracolo, il giorno 27, in ricordo del terremoto del 1630.

Alla statua, rinominata “Nostra Signora del Miracolo”, è data una splendida nuova chiesa. Che nel 1835 brucia, e ancora una volta sono l’effige della Vergine resta intatta. Cosicché, il 19 luglio 1953, la sacra immagine viene trasferita nella cattedrale cittadina e incoronata d’oro dal nunzio papale.

Preghiera a Nostra Signora del Miracolo

Santissima Madre,

oggi mi pongo sotto la tua specialissima protezione materna.

Ti prego di proteggermi da ogni male, spirituale o temporale.

Dal momento che sei Madre di Gesù e Sposa dello Spirito Santo,

ti prego di pregare per me e per me ottenere i favori particolari che ora ti sto chiedendo.

Ti offro il mio cuore, cara Madre.

Fa ‘che io possa essere sincera ed umile davanti al tuo Figlio Gesù,

per giungere poi finalmente alla gioia eterna del cielo.

Amen

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