3 volte 6 Perchè è considerato il numero del diavolo?

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Come dobbiamo calcolare il numero della bestia, cioè 3 volte 6 ?

Apocalisse 13:18

Giovanni dice che qui sta la sapienza: chi ha intelligenza può calcolare (il significato) del numero della bestia, che è 666. E nessuno vuole ammettere di non avere sapienza o intelligenza! Ma la realtà è che, benché molti abbiano tentato di dare una spiegazione del 3 volte 6, nessuna spiegazione è risultata convincente a tutti. Già Ireneo nel 180 d.C. (in Adversus haereses 5.30.3), cioè meno di un secolo dopo la scrittura di Apocalisse, non ne sapeva il significato, e diede la prima spiegazione che esiste ancora.

Il numero 666

” Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo; e il suo numero è 3 volte 6 “.

L’espressione del versetto 18: “Qui sta la sapienza” vuoi dire semplicemente: ecco qui la spiegazione per l’uomo savio e assennato. Troviamo la stessa cosa nel cap. 17:9 dove l’apostolo svela il segreto della “donna” e della “bestia”; anche lì sta scritto: “Qui sta la mente che ha sapienza. Le sette teste sono sette monti”.

Il fedele e accorto servitore di Dio, trovando nel nome di quel dominatore il numero 6-6-6, riconoscerà in lui “la bestia” che ha da venire.

È noto che nelle lingue antiche, certe lettere significano un numero ben determinato (come è noto, per esempio, la lettera X in latino indica il numero dieci, la lettera C il numero 100, ecc.). Se la somma dei numeri di ogni lettera del nome del futuro dominatore da 666, il fedele servitore riconoscerà immancabilmente che il portatore di quel nome è “la bestia che deve salir dall’abisso”.
Il suo regno, il quarto e l’ultimo impero mondiale, sarà rovesciato da Cristo, la “Pietra” che deve “staccarsi dal monte, senz’opera di mano” per far posto al Regno “del Signor nostro e del suo Cristo”: il Millennio (Dan. 2:31-45; Apoc. 11:15).

Invano la curiosità dell’uomo di oggi cerca di trovare il personaggio preannunciato con l’aiuto del numero 3 volte 6, e di poter indicare con sicurezza chi personificherà “la bestia che deve salir dall’abisso” (le varie interpretazioni circa il significato del numero 666 dimostrano come sia impossibile determinare in anticipo il nome della “bestia”). Ciò nondimeno il numero 666 è molto interessante.

Il numero 6 esprime lavoro e fatica poiché corrisponde al numero dei giorni feriali, i giorni di lavoro. Se a questi giorni manca il settimo, il giorno del riposo del Signore, essi sono l’espressione dell’imperfezione. Il numero 6 è quindi il numero dell’insufficienza dell’uomo, anche se si trova all’apice della sua carriera. Il gigante Goliath, il nemico di Davide (l’unto di Dio in Israele) era alto 6 cubiti e un palmo! Iddio però diede il gigante nelle mani del suo Unto. Quando il numero 6 è ripetuto, troviamo che all’insufficienza dell’uomo vengono ad aggiungersi la sua cattiveria e la sua arroganza. L’immagine d’oro che Nebucadnetsar, il capo del primo impero mondiale, fece erigere nella provincia di Babilonia per essere adorato, misurava sessanta cubiti di altezza e sei cubiti di larghezza (Dan. 3:1).

Il “numero della bestia” è dunque un 6 triplo. Esso ci parla dell’uomo peccatore al colmo della sua sapienza, all’apice umanamente raggiungibile, ma che non giunge però fino alla gloria di Dio. Il 6 è vicino al 7, il numero della perfezione divina, ma non lo raggiungerà mai.

Bisogna ancora aggiungere che, come il numero 666 esprime un triplice 6, questo dominatore della fine si approprierà ogni onore e gloria e arriverà, nella sua rivolta contro a Dio, a dire ch’egli è dio. Iddio invece lo chiama: “bestia”, perché appunto non ha ne timore di Dio ne dipendenza da Dio, ne comunione con Dio; tre cose che formano l’ornamento e l’elevatezza dell’uomo.

Senza dubbio alcuno, la prima e la seconda bestia, cioè il capo del quarto impero e l’anticristo, sono la più alta e la più potente manifestazione dell’umanità senza Dio. Per questo il suo numero è tre volte 6.

Quant’è bello che il prezioso nome di Gesù in greco, la lingua del Nuovo Testamento, porti il numero 888 (il nome Gesù in greco è scritto: I E S O U S. Qui abbiamo I = 10; E = 8; S = 200; O = 70; U = 400; S = 200; totale = 888).

Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio, s’è fatto uomo: l’uomo completamente dipendente da Dio, il Figliuol dell’uomo. Colui che ha pienamente onorato Dio in questo mondo malvagio.
Per mezzo della Sua morte e della Sua risurrezione è diventato il nostro Salvatore, Capo di una nuova creazione; e Iddio l’ha posto al disopra di ogni principato e potestà e l’ha innalzato alla Sua destra e porrà ogni cosa sotto di Lui. Non è certamente per caso che il numero del Suo nome glorioso, nome a cui ogni ginocchio si piegherà, sia 888; in contrasto con quello della “bestia” che è 666. Il numero 8 designa il principio di un nuovo ordine di cose. Così per esempio l’ottavo giorno dell’antico patto (confr. Lev. 9:1; 12:3; 14:10; 23:11; 36:39), poiché la settimana ha solo 7 giorni, si è trovato ad essere il primo giorno del nuovo patto, il giorno della risurrezione in gloria del Signore, della vittoria su Satana, sul peccato, sulla morte e sul mondo.

Quale contrasto vi è tra “il Figliuol dell’uomo che è nel cielo” (Giov. 3:13; confr. Atti 7:56; Salmo 80:17) e “l’uomo di peccato”, l’apoteosi dell’uomo infedele a Dio. Lo stesso contrasto lo troviamo anche con il capo dell’ultimo grande impero, che malgrado la sua autorità e potenza non è davanti a Dio che una “bestia”. Non notiamo, già nei nostri giorni, come l’orgoglio dell’uomo aumenta? Con “l’uomo di peccato”, che “mostrando se stesso dirà ch’egli è Dio” (2 Tess. 2:4) e col capo dell’Impero Romano futuro, il quale sarà anche adorato, l’esaltazione dell’uomo giungerà al colmo.

È significativo vedere che oggi nel mondo non si dice più come un tempo: “Iddio non esiste” ma si comincia a dire che Dio è dappertutto, è nell’uomo. Più l’uomo crede di trovare Dio in se stesso, più crede di essere egli stesso Dio. Iddio viene dunque lentamente smosso dal suo posto e l’uomo s’innalzerà fino a che giungerà a dire d’essere Dio. Questo lo vediamo e udiamo già nei nostri giorni, e caratterizza il nostro tempo.

 

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