25 Giugno Anniversario delle apparizioni Medjugorje…

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Giovedì 25 giugno: sulla collina

L’indomani, giovedì 25 giugno, verso la stessa ora (18.15), Mirjana, Ivanka e Vicka riprendono la strada del Piede-della-collina (Podbrdo). È l’epoca della raccolta delle foglie di tabacco. Hanno appena finito il loro lavoro giornaliero.
— Se è la Gospa, può darsi che tornerà.

In agguato a Podbrdo

Le accompagnano due adulti che hanno preso a testimoni. I due ragazzi di ieri, i due Ivan, non ci sono:
— Ivan Ivankovic fugge queste puerilità inquietanti.
— Ivan Dragicevic è salito con degli amici sulla collina dove li ritroveremo.
Ivanka, Mirjana e Vicka prendono dunque la strada di ieri, quella che costeggia i piedi della collina, verso Silici. E, come ieri, al di sopra del muretto costruito a secco, tra un alberello e un cespuglio, Ivanka vede per prima e subito dopo anche le altre. La Gospa non ha più il bambino, ma fa segno di avvicinarsi.
Questa volta Vicka non ha più paura. Rimarrebbe certo lì e salirebbe volentieri, ma la sua amica Marija, le ha detto poco prima:
— Se la vedi, vieni a chiamarmi.
Fedele alla promessa e all’amicizia, Vicka non esita. Si strappa all’incredibile apparizione. Fa di corsa i duecento metri che la separano dalla casa di Marija. La quale era in attesa. Viene. Il piccolo Jakov Colo, 10 anni, che si trova con lei, viene anche lui. Milka, che aveva visto il giorno prima, verrebbe volentieri anche lei. La madre però la ferma:
— Tu hai da fare. Può andare Marija.
Il fatto è che Milka deve terminare la sua parte di lavoro agricolo. Marija, incaricata della cucina, ha ancora del tempo prima della cena.

Ascensione o volo?

Ci si ritrova dunque in cinque sulla strada di Podbrdo.
La Gospa, piccolo profilo a più di duecento metri, come ieri, insiste:
— Avvicinatevi — fa segno.
Questa volta non esitano più.
— Correvamo come se fossimo stati portati — narra Vicka. — Io non sentivo né le pietre né le spine… Niente! Eppure ero scalza. Come se il suolo fosse stato coperto di spugna o di gomma! Impossibile spiegarlo. Nessuno avrebbe potuto seguirci.
I tre di ieri vedono mentre ancora corrono, e corrono mentre vedono; non sanno come, e quelli che li accompagnano ne rimangono stupiti. Marija e Jakov non vedono ancora ma seguono le altre tre, più lentamente.
Arrivando là dove le tre ragazze si sono fermate in contemplazione, il piccolo Jakov fa un ruzzolone in mezzo alle spine:
— Come farà a uscirne? — pensa Vicka con pena, poiché la visione non ha spento per lei il resto del mondo esterno.
Jakov invece si alza tutto arzillo, senza un graffio.
— Marija, vedi la Vergine? — chiede Vicka.
— Vedo qualcosa di bianco — risponde… — Oh, ora vedo meglio!…
E Jakov poco dopo esclama:
— Vedo la Gospa.
Libero e progressivo è il loro adattamento a questo incontro ignoto che si offre loro e comincia a penetrarli. Non sono ancora entrati nell’estasi profonda che fa svanire il mondo esteriore. Durante i primi mesi essi resteranno in contatto con il paesaggio e con le persone, che li interrogano senza tregua. È a tentoni che essi entrano in un altro mondo.
La loro paura è scomparsa. Ma l’entrata in questo stato secondo che ridimensiona tutto il loro essere, non avviene senza scosse. Oggi Ivanka e molti altri si scioglieranno in lacrime, al ritorno.
Eccoli, vicini alla cima del colle, un po’ più in alto della «Cresta militare», il punto da cui si vede la fine del pendio: in questo luogo dove oggi sorgono delle croci di legno, davanti alle quali giorno e notte sfilano tanti e tanti pellegrini. Una vista superba! Da là, si abbraccia il cerchio delle colline che circondano i villaggi e che hanno dato il nome a Medjugorje (etimologicamente: Tra-i-monti). I due campanili bianchi della parrocchia si ergono, al centro, lontano dalle frazioni, tra i campi di vigne e di tabacco.
Questa strana e provvidenziale collocazione della chiesa, lontano dalle case, esprime il dramma di Medjugorje. L’inimicizia tra Biakovici, il villaggio dei veggenti, e le altre frazioni era tale, che si dovette costruire la chiesa sulla frontiera: frontiera sulla quale ci furono tre morti, a colpi di fucile, poco prima della guerra mondiale. La solitudine dei due campanili nella no man’s land era stata calcolata perché la chiesa fosse la casa di tutti. Essa presagiva la riconciliazione, oggi compiuta, di cui parleremo tra poco.

Dove comincia la preghiera

Per il momento, i veggenti sono superati da ciò che accade loro. Una sola evidenza: È una felicità! La Madonna, così bella, così luminosa, così amabile e vicina… da poterla toccare. Ma essi non oserebbero. Si sentono indegni di lei.
E allora che fare, se non pregare umilmente?
Essi improvvisano una preghiera molto in uso nel villaggio: sette Pater, Ave e Gloria. L’apparizione prega con loro, per la prima volta, ma limitandosi al Pater e al Gloria (senza Ave Maria).
Adesso la vedono bene: amabile e semplice, indescrivibile. Veste luminosa di un grigio argentato, capelli neri ondulati sotto il velo bianco. Attorno alla testa le dodici stelle che nulla sostiene e nulla lega tra loro. E quegli occhi azzurri che li guardano con affetto.
Ivanka, orfana, osa domandare notizie della madre, Jagoda, deceduta il mese prima all’ospedale.
— Come sta?
— È felice, sta con me.
La sua voce è dolce come la musica, o come delle campane che suonano. Gli altri sentono domanda e risposta, eccetto Marija e Jakov (meno ben adattati). Mirjana chiede alla Madonna:
— Lasciaci un segno, altrimenti crederanno che siamo delle pazze.
Nessuna risposta. Ella si contenta di sorridere. Ma Mirjana crede di aver ricevuto un segno: le lancette del suo orologio «sono tornate indietro da sole: quella piccola di un quarto di quadrante».
— Hai messo l’orologio al contrario — le diranno.
Ma la sua evidenza è tutt’altra: per lei, si tratta di un segno.
— Tornerai? — chiedono ancora alla Gospa.
Ella fa cenno di sì con la testa. Poi dice loro:
— Arrivederci, angeli miei.
«Angeli miei»: è un appellativo familiare e tenero che si dà ai bambini, in Croazia. È la prima volta che la Gospa rivolge loro questa parola affettuosa. Diventerà familiare nei giorni seguenti.
Allora la Gospa si innalza al di sopra della nube, e scompare salendo.
La sua luce si spegne con lei. Il mondo, che si era attenuato, riappare nella sua banalità cruda. Più che il pietrame e i cespugli, essi si ritrovano lì, commossi, con le lacrime che premono. Il piccolo Jakov non pensa più alla sua caduta tra le spine. Vicka rimane stupita che ne sia uscito senza un graffio. Egli non finisce di ripetere:
— Adesso che ho visto la Madonna, non mi dispiacerebbe morire!
Essi scoprono allora Ivan; egli era salito lassù per un altro sentiero con alcuni ragazzi. Ma vedrà lui solo. In tutto fa una quindicina di abitanti di Biakovici sulla collina, con i sei veggenti. Alcuni hanno creduto di vedere un chiarore anch’essi, all’inizio dell’apparizione.

Il gruppo dei sei

Oggi, i veggenti hanno visto per la prima volta l’apparizione da vicino e nettamente, nel suo splendore. La sua luce ha sigillato il gruppo dei sei, che si è definitivamente costituito una volta per tutte. I quattro adolescenti del primo giorno:
1. Ivanka Ivankovic, di Mostar, nata il 21 giugno 1966.
2. Mirjana Dragicevic di Sarajevo, nata il 18 marzo 1965.
Due cittadine che vengono a Biakovici in villeggiatura, per le vacanze (Mirjana a casa della nonna).
Gli altri quattro sono contadini del luogo:
3. Vicka Ivankovic, nata il 3 settembre 1964.
4. Ivan Dragicevic, nato il 25 maggio 1965 (non è parente di Mirjana).
E i due invitati da Vicka:
5. Marija Pavlovic, nata il 1º aprile 1965.
6. Jakov Colo, nato il 6 marzo 1971: l’unico bambino.
Sono loro che beneficeranno d’ora in poi dell’apparizione quotidiana. Nonostante il suo desiderio, Milka non è tornata.
La Madonna chiederà loro in seguito di celebrare l’anniversario della prima apparizione, non il 24, giorno di paura, di incertezza e di confusione, bensì questo secondo giorno, durante il quale essi l’hanno vista insieme tutti e sei, hanno parlato con lei e pregato nella pace.
— Al ritorno, Ivanka piangeva di gioia — testimonia Marinko Ivankovic, uno dei vicini, meccanico. Quel mattino egli ha portato Marija e Vicka a Citluk, per un corso di formazione; Vicka gli aveva parlato della cosa. Incuriosito, aveva interrogato Ivan nel pomeriggio, e aveva deciso di andare. Ma aveva capito 19.15 e non 18.15… Troppo tardi. Aspetta con ansia il ritorno dei veggenti!
Appena giunta, Ivanka getta le braccia al collo della nonna:
— Mamma sta bene, è in paradiso! Me lo ha detto la Madonna!

Allarme in canonica

299310_489612057743416_1258356558_nImpressionato, Marinko si reca subito in parrocchia per riferire l’avvenimento. Il parroco, Jozo Zovko è in viaggio. Zrinko Cuvalo, il vicario (il «cappellano», come dicono là), ascolta freddamente questo primo annuncio dell’apparizione.
— Chi ha il dono di vedere, che veda pure — risponde sentenziosamente.
Il tono secco manifesta un totale disinteresse, e chiude la conversazione. Marinko rimane senza fiato.

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