Nel corso dei secoli la Madonna della Comuna, apparsa per la prima volta a una giovane veggente muta dalla nascita, è intervenuta in più occasioni. Nel XVII secolo ha salvato gli abitanti di Ostiglia da una terribile inondazione.

A Ostiglia sorge il santuario della Comuna, uno dei tre principali della diocesi di Mantova. Per questioni di localizzazione geografica, la maggiore affluenza di fedeli proviene però dalle vicine province di Verona e Rovigo. La costruzione del santuario risale al 1350, a seguito di un’apparizione della Vergine a una pastorella muta, guarita dalla Madonna.
La tradizione vuole infatti che mentre sorvegliava il gregge al pascolo una fanciulla muta fin dalla nascita abbia visto improvvisamente apparire su un salice una Signora circondata da un grande splendore. L’apparizione la chiamò a sé rivelandole di essere la Madre di Dio. Poi le manifestò quello che era il suo desiderio dicendo: «Sono la Madonna. Dì a quelli di Ostiglia che costruiscano qui una chiesetta in mio onore: verrà molta gente, farò molte grazie».
La fanciulla acquistò improvvisamente l’uso della parola. Così poté immediatamente farsi portatrice della volontà della Vergine presso gli abitanti di Ostiglia. Tutti riconobbero la veracità delle parole della giovane fino a quel momento priva della parola. La ragazza miracolata fu creduta. Per dare realizzazione al volere della Madonna, gli abitanti costruirono la cappellina detta del «Casone».
Con ogni probabilità la piccola cappella fu denominata in questa maniera perché nei paraggi si trovava un capannone costruito di tronchi e con una copertura di paglia. Qui i contadini erano soliti depositare la legna e il fieno durante l’estate mentre d’inverno i pastori vi passavano la notte con le greggi. Di questa cappella rimane soltanto qualche residuo di muro e uno sbiadito quattrocentesco che raffigura la Vergine con il Bambino Gesù, in mezzo a Santa Lucia e a Sant’Antonio Abate.
Il Po esonda: la Madonna della Comuna salva Ostiglia dalla devastazione
I fedeli cominciarono presto ad affollarsi e i miracoli a moltiplicarsi. Il passare del tempo e le avversità degli eventi portarono però la cappella ad andare in rovina. Così le autorità comunali, con l’autorizzazione del Vescovo di Verona – sotto il quale al tempo si trovava Ostiglia -, diedero avvio alla ricostruzione della chiesa. Da allora in avanti la Madonna fu chiamata della Comuna ovvero della Comunità (o del Comune).

Nel 1533 intervenne anche – su invito della dirigenza comunale – Federico II Gonzaga, quinto marchese e primo duca di Mantova in segno di riconoscenza alla Vergine per la nascita del suo primogenito. La costruzione del nuovo santuario fu affidata al famoso architetto Giulio Romano. L’aiuto e la protezione della Madonna della Comuna non vennero mai meno nel corso dei secoli.
Si ricorda in particolare la protezione della Madonna accordata nel settembre 1618, in occasione della spaventosa inondazione del Po. Gli abitanti di Ostiglia si rivolsero con fiducia alla Madonna della Comuna. E ebbero salve le vite malgrado l’impetuosità delle acque limacciose avesse travolto gli argini del fiume e sommerso praticamente ogni cosa.
Nel 1796 le truppe francesi invasero l’Italia e le loro scorrerie non risparmiarono le popolazioni del Mantovano. Tra le tante chiese profanate e depredate dei loro tesori artistici e dei tanti segni della pietà popolare ci fu anche il Santuario della Madonna della Comuna. Ma il saccheggio non fece venire meno l’affidamento della popolazione di Ostiglia a Maria.
Come segno di gratitudine per le numerosissime grazie ottenute, il 23 novembre del 1920 la Madonna della Comuna fu onorata con il solenne rito della Corona d’oro. Le grandiose feste per l’Incoronazione, seguite da un’enorme folla, videro intervenire il Patriarca di Venezia, il Vescovo di Adria (già parroco di Ostiglia), i Vescovi di Rovigo e Mantova.
In quella occasione papa Benedetto XV concesse numerose indulgenze e mandò la sua personale benedizione attraverso il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Gasparri.
Preghiera alla Beata Vergine della Comuna
Maria Santissima Consolatrice degli afflitti, Rifugio dei peccatori, Avvocata nostra e valido presidio dei fedeli che venerano la vostra antica e prodigiosa Immagine della Comuna; deh, rivolgete anche a noi vostri devoti uno sguardo pietoso: liberateci dal peccato, salvateci dai pericoli dell’anima e del corpo, dissipate i nostri affanni e siate la nostra salvezza, affinché un giorno possiamo venire con voi a godere le gioie del Paradiso ed eternamente lodarvi e ringraziarvi. Così sia.
Indulgenza di 100 giorni, Benedetto XV, 1920.
Giaculatoria: Regina advocata nostra, ora pro nobis.
Indulgenza di 50 giorni, Benedetto XV, 1920.







