Santa Maria Bertilla Boscardin vive con accettazione una vita piena di sofferenze e insegna ad affrontare eroicamente il dolore senza lamenti.

La vita di Santa Maria Bertilla Boscardin, che si commemora oggi 20 ottobre, è costellata da innumerevoli sofferenze. Ma pur tra mille dolori, questa giovane donna semplice e pura riesce a vivere cristianamente affrontando le fatiche senza lamentarsi.
Con il nome di Anna Francesca Boscardin nasce presso una famiglia di contadini a Brendola, in provincia di Vicenza il 6 ottobre 1888. Non ha modo di frequentare assiduamente la scuola e di studiare, ma ha un libro che le è tanto caro: è il Catechismo della Chiesa Cattolica. Glielo ha regalato un sacerdote da bambina e lo porta sempre con sè in tasca.
Santo di oggi 20 ottobre: Santa Maria Bertilla Boscardin
La vita per questa ragazza è sempre stata molto difficile: fin dall’infanzia deve lavorare nei campi, poi crescendo trova lavoro come domestica. Viene derisa per la sua semplicità e subisce moltissime umiliazioni. È lenta nello svolgimento del suo lavoro e per questo la etichettano in modo dispregiativo chiamandola “oca“.
Dopo aver fatto la Prima Comunione inizia a nascere in lei il desiderio di intraprendere da grande la vita religiosa. A12 anni entra a far parte dell’associazione parrocchiale Figli di Maria. Crescendo la vocazione si fa sempre più forte, ma non può essere accettata in convento a causa della sua povertà, dal momento che a quei tempi serviva una dote.
Più tardi però riuscirà ad essere accettata tra le Suore Maestre di Santa Dorotea, Figlie del Sacro Cuore. Così entra nel convento di Vicenza, si fa suora e prende il nome di suor Bertilla. Per le sue caratteristiche di semplicità le vengono affidati i lavori più umili.
Derisione e umiliazioni sopportate con amore
È consapevole dei suoi limiti, ma sa che nessun limite preclude la possibilità della santità. Infatti dice: ” “Non posso fare nulla. Sono una povera cosa, un’oca. Insegnami. Voglio essere una santa“.
Dopo aver svolto per un periodo semplici lavori domestici le viene dato il ruolo di infermiera all’ospedale militare. Anche in quel contesto subisce numerose angherie e umiliazioni, tanto che le viene tolto il lavoro, nonostante sia brava ed apprezzata.
A questi dolori se ne aggiunge un altro: a soli 22 anni si ammala di cancro. Viene operata, conosce anche il dolore fisico e soffre molto. Ha un recupero per alcuni anni, ma poi più avanti il tumore si presenta in forma più aggressiva fino a portarla alla morte a 34 anni, il 20 ottobre 1922.
Il desiderio autentico di santità
In questa breve vita piena di tanto dolore Santa Maria Bertilla ha volto lo sguardo su ciò che più conta, ovvero l’amore di Dio. Confidando in Lui e nella certezza del suo amore è riuscita ad affrontare l’amarezza di una vita piena di sofferenze senza lamentarsi e con estremo coraggio e bontà.
Aveva un autentico desiderio di santità: non voleva certo gli onori e la gloria, ma stare al cospetto del Signore per la vita eterna. Alle sue consorelle diceva: “facciamoci sante anche noi, ma da Paradiso, non da altare“.
Consapevole della vacuità delle cose passeggere ed effimere pensava che fosse necessario “lavorare solo per il Signore, che tutto è niente, tutto è niente“, come diceva, sempre alle sue consorelle. Muore in concetto di santità che porterà all’apertura della causa di beatificazione solo 3 anni dopo. Beatificata nel 1952 viene canonizzata nel 1961 mostrando l’esempio di santità nella semplicità di una vita nascosta e dolorosa.