L’affresco della Mater Admirabilis, venerato da grandi santi e dal popolo dei fedeli, è legato alla visita di un Papa che ne rimase molto colpito. Nel frattempo erano già cominciati i miracoli.

La chiesa della Santissima Trinità dei Monti – situata sulla sommità della celebre scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna – è una delle cinque chiese cattoliche francofone di Roma insieme a San Luigi dei Francesi, San Nicola dei Lorenesi, Sant’Ivo dei Bretoni e Santi Claudio e Andrea dei Borgognoni.
Sul fianco destro della chiesa sorge il convento. A fondarlo, nel 1494, fu San Francesco di Paola. Al suo interno custodisce la prima immagine di Maria Mater Admirabilis («Maria Madre Ammirabile»), un dipinto dalla storia molto particolare. Nel 1828 il monastero venne abbandonato. Papa Leone XII volle offrirlo alle religiose del Sacro Cuore.
Da allora il convento è diventato un luogo importante per tutti i fedeli che desiderano contemplare la Mater Admirabilis. La storia dell’affresco risale al 1844. Fu allora che una giovane postulante di nome Pauline Pedrau manifestò alla madre superiora Cariolis il desiderio di dipingere un affresco dedicato alla Vergine Maria in una nicchia lungo il corridoio che immette nel chiostro.
L’affresco raffigurava una Maria giovanissima in abito rosa, anziché come una Madonna in abito blu. L’inesperienza di Suor Perdrau la portò a realizzare un affresco dai colori più vividi del previsto. La Madre superiora, ritenendo che i colori impiegati fossero eccessivamente brillanti, ordinò di coprirlo con un grande telo per per dare il tempo alla pittura di asciugarsi.
L’affresco miracoloso attira l’attenzione del Papa
L’affresco rimase così, coperto da un telo, fino a quando non fu papa Pio IX a “riscoprirlo” durante una visita al convento di Trinità dei Monti. Era il 20 ottobre 1846. Incuriosito dal telo, papa Mastai chiese e ottenne di poter vedere cosa vi fosse celato dietro. E così, malgrado le resistenze della Madre Superiora, l’affresco alla fine venne scoperto.
Col tempo i colori si erano ormai sbiaditi e si erano fusi insieme creando un’immagine molto più tenue. Nel vedere l’affresco, il Papa ne fu molto colpito e esclamò «Mater Admirabilis!», riprendendo l’espressione che si trova nelle litanie lauretane. Da quel momento in poi l’immagine si chiamerà proprio così. Il pontefice ordinò che rimanesse visibile da allora in avanti e davanti all’affresco celebrò l’Eucarestia in segno di ringraziamento.

L’immagine raffigura Maria da giovane, al tempio di Gerusalemme. Inizialmente era stata chiamata «Madonna del giglio», come a simboleggiare la purezza virginale di Maria Santissima. Sono stati segnalati miracoli dovuti all’intercessione di Maria con il titolo di Mater Admirabilis. Tra coloro che hanno visitato la cappella troviamo San Giovanni Bosco, Santa Teresa di Lisieux, Papa Pio X, San Vincenzo Pallotti e San Luigi Orione.
Si riferiscono anche di diversi miracoli dovuti all’intercessione di Maria con il titolo di Mater Admirabilis. Il primo miracolo risale al 7 novembre del 1844 con la guarigione dell’Abate Blampin, missionario della Congregazione del Sacro Cuore di Maria che davanti all’affresco della Madonna recuperò la voce che aveva completamente perduta.
Nel 1849 istituì la festa il 20 ottobre, anniversario della sua prima visita all’affresco della Mater Admirabilis mentre il 27 marzo 1855 lo stesso pontefice concesse l’indulgenza, estesa a tutte le immagini o statue che portavano il medesimo titolo nei conventi delle religiose del Sacro Cuore
Preghiera alla Mater Admirabilis
Madre Ammirabile, tesoro di calma e serenità, ti amiamo per la luce dei tuoi occhi abbassati, per la pace del tuo volto e per la profondità rivelatrice della tua pienezza interiore. Sei la Vergine dell’Invisibile, dell’Essenziale.
Ti supplichiamo che ci distacchi da ciò che si vede, per portarci e fissarci sull’Invisibile che i tuoi occhi contemplano, l’invisibile Presenza l’invisibile Vita l’invisibile Amore. Attraverso l’accessorio che ci sollecita e ci deduce, tu ci doni il senso e la fame dell’essenziale. Amen.