Molti secoli fa la Madonna apparve nella zona di Copacabana presentandosi come la “Vergine Morena”. E ancora oggi non cessa di essere la “Mamita” di tutti, in particolare dei piccoli e degli umili.
Il nome di Copacabana evoca immediatamente l’iconica spiaggia brasiliana nella zona sud di Rio de Janeiro. Non tutti sanno però del legame di questo tratto di sabbia con la devozione mariana. Un tempo la spiaggia si chiamava Sacopenapã. Solo successivamente venne costruita una cappella votiva con una copia della Vergine di Copacabana, un’immagine sacra molto venerata in America Latina e contenuta nel santuario di Copacabana, in Bolivia.
Nostra Signora di Copacabana è infatti la patrona della Bolivia: una Vergine Nera ritrovata miracolosamente nel 1581 a Copacabana, piccolo centro sul lago Titicaca. Meta di numerosi pellegrinaggi da tutto il Sudamerica, venne del tutto naturale a un marinaio brasiliano un gesto come quello di raccomandarsi alla Vergine di Copacabana in occasione di un tremendo fortunale scoppiato nel 1754.
Salvatosi insieme a un gruppo di pellegrini, il marinaio costruì una cappella nel punto di approdo. In quel luogo sarebbe sorto più tardi un fortino con il nome dalla Vergine di Copacabana che a sua volta avrebbe dato il nome alla celebre spiaggia di Rio de Janeiro.
Esiste anche un’altra versione secondo la quale la Madonna col Bambino apparve a Francisco Tito Yupanqui, un indio nato tra il nato tra il 1540 e il 1550 nella zona dove oggi sorge la città boliviana di Copacabana. Francisco, discendente dell’imperatore Huayna Cápac, è battezzato. Deve il battesimo ai padri domenicani.
Una notte Francisco ha l’apparizione della Madonna con il Bambino Gesù e su quel modello scolpisce la statua della «Virgen Morena», la Vergine Mora troneggiante su una grande falce lunare che sarebbe poi diventata patrona della Bolivia. In onore della Vergine Morena fu eretto un santuario che sorge nel dipartimento di La Paz.
La storia di questa statua è particolare. I primi tentativi di Francisco, desideroso di dedicare la sua città a Maria, non incontrano che la derisione e il disprezzo da parte dei suoi concittadini. Francisco non è uno scultore, ma non vuole arrendersi e comincia a girare tutte le grandi città boliviane per apprendere l’arte della scultura presso i grandi maestri impegnati a decorare chiese e monasteri.
Una volta diventato un abile scultore, l’indio torna al suo villaggio e si rimette al lavoro. Seguono mesi di impegno, sforzo e delusione. Francisco non si perde d’animo e alla fine riesce a realizzare l’opera: Nostra Signora di Copacabana. Tanto la Madonna quanto il bambino vi vengono raffigurati con i tipici tratti somatici brasiliani e per una volta tanto il disprezzo dei cittadini si muta in ammirazione.
Ma a Francisco di essere acclamato importa ben poco. Il suo unico desiderio è soltanto quello di compiere un atto d’amore per la Vergine, affinché la Madre di Dio possa intercedere per il suo popolo. Malgrado tutto, i suoi concittadini non perdono occasione per denigrarlo ancora. Ma sta per succedere qualcosa di sorprendente.
A un certo punto infatti è la stessa Vergine Maria a sorridere a Francesco. La statua inizia a cambiare i tratti del volto (talvolta versa anche lacrime di sangue) dando l’impressione di essere vivente. Da allora ha assunto un’espressione dolce e amorevole ancora impressa e ben visibile. Francisco si commuove, è estasiato. Viene costruita una nuova chiesa per Nostra Signora di Copacabana e il suo Bambino.
Per omaggiare la Madonna vengono donati molti gioielli e il fiume dei pellegrini per onorare la Patrona della Bolivia ad oggi non si è mai interrotto. Francisco si consacrerà al Signore facendosi monaco. Molte guarigioni e miracoli sono stati attribuiti alla Vergine di Copacabana, diventata presto la “Mamita”: la piccola Madre di tutti, ricchi e potenti, poveri e umili.
La Vergine Morena è legata alla vicenda della piccola Sara Mariucci, folgorata da una scarica elettrica e volata in cielo a soli tre anni il 5 agosto del 2006 dopo aver detto alla mamma che avrebbe tanto voluto stare sempre con una misteriosa signora vista in sogno. La piccola chiamava “Mamma Morena” quella bellissima signora che le chiedeva di andare a stare con lei.
Mamma,
con questo dolce nome Gesù morente
ti ha consegnato a noi,
discepoli del figlio tuo e figli tuoi.
Anche in questa chiesa di San Martino in Colle
mani devote hanno voluto collocare quell’immagine
per ricordare la nostra sorellina Sara
che tu hai portato con te in Paradiso.
Madre,
con fiducia filiale deponiamo la nostra preghiera
sulle mani innocenti della piccola Sara
perché sia lei ad offrirtela,
Amen
Si approva
† Mario Ceccobelli
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