Via Crucis: la preghiera innocente tocca il cuore di Papa Francesco

Come già accaduto nel 2018, sono stati bambini e adolescenti ad animare la Via Crucis davanti a un commosso papa Francesco.

una bimba consegna la croce al papa
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Per il secondo anno di seguito, il rito del Venerdì Santo si è tenuto a piazza San Pietro e non al Colosseo, come da tradizione.

Imparare l’arte del perdono

Le meditazioni e le preghiere sono state proposte dal Gruppo Scout Agesci “Foligno I” (Umbria) e dalla Parrocchia romana Santi Martiri di Uganda. Le stazioni della Via Crucis sono state accompagnate dai bambini e dai ragazzi della Casa Famiglia “Mater Divini Amoris” e della Casa Famiglia “Tetto Casal Fattoria”.

Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio”, recita l’introduzione all’intero rito.

Le meditazioni sulle stazioni della Via Crucis sono ispirate alle problematiche di ogni giorno dei bambini e ragazzi coinvolti. Nella I stazione (Ponzio Pilato condanna a morte Gesù), uno di loro rievoca un episodio assai comune ma emblematico: in prima elementare, Marco viene accusato di aver rubato la merendina al suo compagno di banco. L’autore della meditazione ricorda: “Sapevo che non era vero, ma sono rimasto in silenzio, non era un mio problema”. E manifesta il suo pentimento per non essere intervenuto per “fare giustizia”, comportandosi, invece, “come Pilato”.

Anche l’autore della II stazione (Gesù è caricato della croce) manifesta un rincrescimento: quello di essersi unito al coro di scherni nei confronti di una compagna di classe che mostrava serie difficoltà nel leggere. “Parola dopo parola iniziai a ridere e con me tutti gli altri – ricorda il ragazzo –. Ricordo ancora Martina tutta rossa in volto, la voce rotta e gli occhi pieni di lacrime. Forse non era nostra intenzione deriderla, eppure quanto dolore le abbiamo provocato con quelle nostre risate!”.

Soccorrere il fratello in difficoltà

Nella terza stazione (III – Gesù cade la prima volta), un altro giovane meditatore ha confidato la sua difficoltà nel riprendersi dopo un brutto voto e cosa ha imparato da quell’esperienza. C’è la gratitudine per l’affetto materno (IV – Gesù incontra sua madre) e lo spirito di integrazione nei confronti di un coetaneo immigrato (V – Il cireneo aiuta Gesù a portare la croce). Nella sesta stazione (VI – Una donna asciuga il volto di Gesù), emerge lo spirito di consolazione nei confronti di un amico reduce da una sconfitta a calcio.

Nella settima stazione (VII – Gesù cade per la seconda volta), chi medita racconta la delusione per essere stati esclusi da una recita scolastica. E poi la consolazione, per aver permesso, in questo modo, a un compagno particolarmente timido ad uscire dal suo guscio.

C’è chi si è rincresciuto per aver detto una bugia alla mamma (VIII – Gesù incontra le donne di Gerusalemme) e chi, causa lockdown, sente la mancanza dei nonni, dei compagni, delle maestre e degli amici scout (IX – Gesù cade per la terza volta).

La X stazione (Gesù è spogliato delle vesti) offre lo spunto ad una bambina per ricordare un suo gesto di solidarietà: una scatola di bambole regalate a dei piccoli rifugiati del Kosovo. “Disfarci del superfluo alleggerisce l’anima e ci libera dagli egoismi. Donare rende più felici che ricevere”, ha commentato.

Generosità e gratitudine

Un Natale diverso dal solito ha ispirato la meditazione dell’XI stazione (Gesù è inchiodato alla croce). Invece che in famiglia, un ragazzo ha trascorso la festa distribuendo un pranzo per i bisognosi presso le Suore Missionarie della Carità. Pur soffrendo, inizialmente, la mancanza dei “cappelletti fatti a mano di nonna Maria”, della “partita a tombola”, del “panettone”, dei “regali scartati davanti al fuoco”, ne ha tratto un insegnamento: “Il pensiero di aver portato a quelle persone un momento di serenità aveva reso quel Natale indimenticabile. Offrire sé stessi e il proprio servizio con amore è l’insegnamento che ci dà Gesù sulla croce”.

La XII stazione (Gesù muore in croce) ha ispirato una domanda: è possibile perdonare, davanti al dramma dei “bambini vittime della mafia”? La risposta è: “Gesù, morendo sulla croce, ha donato a tutti la salvezza. Non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori che hanno l’umiltà e il coraggio di convertirsi”.

Nella XIII stazione (Il corpo di Gesù è deposto dalla croce), c’è tutto il dolore di un bambino che non ha potuto né visitare, né dare l’ultimo saluto al nonno morto di Covid. “Ho pregato per lui ogni giorno – racconta – così ho potuto accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio terreno”.

Nella XVI stazione (Il corpo di Gesù è posto nel sepolcro), Sara, dodici anni, eleva il suo ringraziamento a Gesù, per il suo “gesto di amore infinito”, grazie al quale, “so che la morte non è la fine di tutto”.

Una Via Crucis insolita, non un bagno di folla come gli anni passati ma con uno straordinario senso di calore umano. A conclusione del rito papa Francesco è sceso in piazza, per salutare e ringraziare i piccoli protagonisti di questo Venerdì Santo: si dice che, se c’è una preghiera che Dio ascolta sempre è proprio quella dei bambini.

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