Il vescovo di Trieste Gianpaolo Crepaldi difende il ministero degli esorcismi

Il vescovo di Trieste Gianpaolo Crepaldi difende il ministero degli esorcismi
(Websource/Archivio)

L’accusa di violenza sessuale e abusi su minore comminata a don Barone fa chiedere all’opinione pubblica ancora una volta se ci si possa davvero fidare dei sacerdoti. Quali che siano le colpe di don Barone (colpe che verranno giudicate nelle sedi opportune prima di essere confermate), però, queste non devono essere prese come esempio di comportamento tenuto dai ministri che svolgono il ministero degli esorcismi con competenza e dedizione. Questo è il messaggio che il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi ha voluto comunicare in una pastorale sugli esorcismi pubblicata qualche giorno fa ed intitolata ‘Esorcismo e preghiere di liberazione‘.

Nella missiva il vescovo specifica che ogni esorcista deve sentire nel suo intimo il desiderio di aiutare le persone che soffrono e che cercano conforto nella preghiera e nell’opera di Dio: “Quello che mi ha particolarmente convinto a intraprendere questa strada è stata la presa di coscienza, maturata in tanti incontri, che un numero considerevole di persone soffrono a causa di Satana e invocano il ministero e la preghiera della Chiesa”. A questo il vescovo aggiunge che gli esorcismi non sono semplicemente una vetusta pratica della Chiesa, ma servono a combattere il dilagare di pratiche sataniche: “Inoltre, alcune ricerche, descrivono il nostro territorio come popolato da persone dedite al satanismo”.

Con queste parole monsignor Crepaldi giustifica l’esistenza e la pratica di esorcismi, spiegando come questi vengano effettuati in base alle richieste degli stessi cittadini. Chiarito questo bisogna aggiungere che prima di effettuare un esorcismo c’è una prassi da seguire per evitare di incorrere in uomini che abusano del proprio potere o che si appropriano di incarichi non previamente assegnati dal vescovo di competenza e previamente giudicati da una commissione apposita in cui è presente anche uno psicologo. Per tali motivi, evidenzia il vescovo di Trieste: “È vietato a chi è esorcista estendere la sua facoltà ad altre persone anche se sacerdoti, poiché il ministero di esorcista non è mai delegabile, ai sacerdoti non muniti dell’incarico di esercitare il ministero di esorcista e ai laici pronunciare preghiere di esorcismo”.

In conclusione, riferendosi alla violenze e alle pratiche non conformi che avrebbe effettuato don Barone, monsignor Crepaldi aggiunge: “I gesti che possono essere compiuti durante l’esorcismo devono essere caratterizzati da una grande sobrietà, in modo che l’esorcismo manifesti la fede della Chiesa e impedisca di essere interpretato come atto di magia o di superstizione”.

Luca Scapatello

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