
Il documento ultimo del Papa, l’Amoris Laetitia, non cessa di destare perplessità e di provocare confusione tra i sacerdoti, che devono decidere se dare o meno la comunione ai divorziati.
Il capitolo 8, alla nota 354, dice, all’incirca, che “in certi casi”, la chiesa potrebbe avvicinare i coniugi “irregolari” alla fede con “l’aiuto dei sacramenti”.
In quelle 16 pagine, ai coniugi “irregolari”, si chiede di “astenersi dagli atti propri dei coniugi e accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, senza suscitare scandalo per la fede altrui”; se la cosa non si attuasse, si provvederà ad una esame della situazione particolare.
Il testo porta la data del 16 Gennaio 2018 e avrebbe il fine di “focalizzare l’attenzione sulla realtà della famiglia e dell’amore di coppia che ne sta a fondamento, l’amore tra l’uomo e la donna, uniti in matrimonio, che si radica sulla carità di Dio, fonte vitale dell’amore nuziale, attraverso la grazia del sacramento”.
Si tratterebbe di un modo per occuparsi delle coppie e dei divorziati, in maniera particolareggiata, per avvicinarli alla conversione: “(Il Signore) si fa vicino a chi vive un amore ferito anche attraverso i gesti di prossimità delle parrocchie e delle persone che le abitano”. Senza però “considerare uguali tutte le situazioni, che possono anche essere gravi, dal punto di vista morale e spirituale, ma accompagnarle sulla via di una sincera conversione”.
Il percorso proposto sarebbe quello di creare uno spazio di accoglienza per queste persone in crisi, di cercare di comprendere le loro ragioni, di imparare a discernere cosa sia meglio fare, di arrivare “all’integrazione nella partecipazione alla vita della Chiesa”, distinguendo “le semplici convivenze; gli sposati solo civilmente; coloro che sono separati (o anche divorziati) e restano in questa condizione; i separati divorziati risposati civilmente”.
Monsignor Muellerè, addirittura, parla di scisma: “Io non vorrei mai far parte di uno scisma. Alcuni dicono: C’è già uno scisma non dichiarato. Ecco, io devo stare attento a non contribuire a una tale situazione”. “Io sono un Cardinale del Papa, un membro del Senato del Papa e un consigliere del Papa: per me la confusione è preoccupante. Mi pare quasi che la Chiesa stia diventando un insieme di Chiese nazionali. Paesi confinanti hanno posizioni opposte persino sui sacramenti. Non è possibile che una persona sia in uno stato pubblico di peccato grave, ma abbia comunque accesso ai sacramenti: è un fatto gravissimo”.
Antonella Sanicanti