Sulla vergognosa vicenda dei figli strappati alle madri si apre uno spiraglio

Le vicende giudiziarie dei bambini contesi e strappati alle madri sono state oggetto di un nuovo sit-in di protesta.

Sulla controversa questione delle “madri simbiotiche”, cui sono stati tolti i figli, hanno preso posizione anche i sindacati.

PAS: un acronimo ambiguo e insidioso

È stata indetta, infatti, da Cgil e Uil la manifestazione tenuta oggi pomeriggio davanti a Montecitorio. Tra i cartelli mostrati: Sui bambini non si PASsa”; “La PAS non esiste ma il fatto sussiste.

L’allusione è all’acronimo Parental Alienation Syndrome (sindrome da alienazione genitoriale), con cui indica il vero o presunto ‘lavaggio del cervello’ di certi genitori (solitamente le madri) nei confronti dei figli, con intento denigratorio nei confronti dell’altro genitore. Un concetto di dubbia fondatezza scientifica.

Decine di madri, che non vedono i loro figli da mesi – in certi casi da anni – si sono date appuntamento a due passi dalla Camera dei Deputati, gridando la propria rabbia per l’ingiustizia subita. Contestualmente hanno chiesto la sospensione delle sentenze di allontanamento dei minori.

Lo schema è ormai ricorrente e prevedibile: i genitori si separano e, con il passare del tempo, in una progressione impressionante, uno di loro si vede prima sottratta la custodia del figlio, poi, spesso calunniato e denunciato dall’ex compagno, finisce sotto processo, fino a non poter vedere più il minore, salvo rari incontri protetti.

Più le madri insistono nelle cause per la restituzione dei figli, più subiscono i ‘colpi bassi’ dei Tribunali. Il sistema è incredibilmente organizzato, pressoché impossibile da scardinare e a nulla sono valse le mobilitazioni della politica, con un impegno trasversale di parlamentari ed esponenti governativi.

Una vera e propria violenza istituzionale” contro le donne, che, però, a differenza di numerosi pur esecrabili episodi di violenza fisica, trova pochissimo spazio nel dibattito pubblico e sui media.

Politica e sindacati si mobilitano

Si parla tanto di donne ma poi si fanno poche cose concrete e questo lo vediamo su molti aspetti – ha dichiarato Susanna Camusso, responsabile Politiche di genere Cgil nazionale ed ex segretario generale dello stesso sindacato –. Qui c’è un uso di quest’affermazione antiscientifica e antigiuridica, la PAS, che va in contrasto alla libera volontà dei minori che dovrebbero essere sempre tutelati dalle norme”.

Da parte sua, la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, anch’essa intervistata dalla DIRE, ha messo in luce che dai casi rappresentati oggi alla manifestazione, emerge palese la violazione della Convenzione di Istanbul, ai sensi della quale il bambino va allontanato dal padre violento.

Inoltre, ha aggiunto la senatrice non si dà “ascolto ai minori e alle loro sofferenze”; in compenso si prosegue con l’abominio dei “prelievi forzati che abbia visto in questi giorni, con polizia e forze dell’ordine che arrivano con la forza a staccare il figlio dalla propria madre”.

Il caso più paradossale

Ad accendere una speranza è la recente ordinanza della Corte di Cassazione, che stabilisce l’obbligo di ascolto delle ragioni del minore che manifesta il rifiuto di incontrare per qualche motivo uno dei genitori. “La nuova ordinanza della Cassazione mette un punto a queste situazioni assurde. I sequestri massacrano l’infanzia e la vita dei nostri figli”, ha dichiarato Giada Giunti, presente lo scorso aprile ad una precedente manifestazione.

La signora Giunti da molti anni sta lottando per riavere a casa il figlio Jacopo, oggi quindicenne, che ha sempre espresso il desiderio di tornare con la madre. “Abbiamo udienza all’inizio di luglio e speriamo sia ascoltata la volontà di mio figlio. Sono stata accusata di un rapporto fusionale”, ha spiegato la Giunti.

La donna si è trovata nella drammatica e paradossale situazione di denunciare violenze da parte dell’ex marito, avvenute davanti al figlio, salvo poi finire rinviata a giudizio per “simulazione di reato”, in base ad accuse completamente infondate. Con il risultato che il ragazzo è ancora nelle grinfie del padre violento.

Dai primi di luglio, però, con la prossima udienza, alla luce della menzionata ordinanza della Cassazione, la situazione potrebbe andare incontro a una svolta decisiva.

Luca Marcolivio

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